5 Percorsi con adulti: dalla iniziazione alla maturità di fede

3. Percorso formativo e mistagogico di vita cristiana

1. Descrizione della figura:

Questi Percorsi di vita cristiana accolgono quegli adulti che, avendo compiuto l’itinerario d’iniziazione o rievangelizzazione, già precedentemente descritti, maturano la convinzione di continuare il cammino. Che ci sia questa richiesta è fondamentale, in quanto è necessaria una volontà esplicita del soggetto perché ci possa essere una catechesi davvero formativa.

Il cammino prende le mosse dagli obiettivi realizzati nel corso della rievangelizzazione e accompagna la crescita dei credenti verso la loro maturità di fede il cui traguardo è la formazione di una comunità. Quando gli elementi di fede acquisiti potranno divenire un orientamento stabile della vita, solo allora si potrà proporre un’azione a favore della costruzione del regno di Dio. Lo scopo è quindi descritto nei termini di sviluppo delle dimensioni della vita cristiana e piena appartenenza alla comunità e alla sua missione.

A livello di contenuti occorrerà riferirsi alla mistagogia cioè l’esperienza dei misteri sacramentali e della vita di Cristo. Questo momento era già presente come ultimo periodo del catecumenato antico. La mistagogia è stata rivalutata dal nuovo Rito per l’iniziazione cristiana degli adulti (RICA) per far fare un’esperienza di vita di Chiesa e della sua missione, grazie alla meditazione del Vangelo, la partecipazione all’Eucaristia e all’esercizio della carità, traducendo così gli insegnamenti appresi nella pratica giornaliera della vita.

Sarà necessario integrare il gruppo nella vita ecclesiale perchè naturale sbocco di un cammino di vita cristiana è la costituzione di una piccola comunità.

2. Obiettivi/Competenze

È necessario individuare una serie di obiettivi da raggiungere durante il cammino. Se l’obiettivo finale è la adultità della fede le tappe progressive sono rappresentate dalle competenze da conseguire e sviluppare per giungere alla meta finale. Alcuni di questi obiettivi dovrebbero essere già conseguiti nei precedenti percorsi, ma essendo fondamentali sarà necessario verificarli e sostenerli.

  • Educare la maturità delle rappresentazioni di Dio. È un argomento che è stato già trattato nei percorsi precedenti, ma che riveste un’importanza capitale e può essere controllato ed eventualmente ripetuto.
  • Conoscere, aderire e attualizzare la prassi messianica di Cristo. Bisogna decisamente superare sia la lettura dei Vangeli come biografia di Gesù sia la credenza che la sua predicazione e il suo messaggio rivestano solo un significato morale. Tale impostazione infantile rimane anche da grandi se non è corretta da una catechesi che metta l’accento sul significato messianico cioè rivelativo e salvifico della vita e delle azioni di Gesù. Occorre conoscere questa azione salvifica, riconoscerla come tale ed aderirvi. Sarà pure necessaria un’azione attualizzatrice, per individuare i nodi vitali odierni da cui possiamo essere liberati e redenti, in una parola, salvati.
  • Riconoscere e servire i segni dei tempi. La comunità con la sua azione messianica è il grande segno per i tempi. Con la stessa abilità con cui sappiamo condurre la vita quotidiana, dovremmo riconoscere e risolvere i grandi problemi che affliggono l’umanità e che rendono difficile e problematica la costruzione del regno di Dio. Li riconosciamo leggendo la realtà con il Vangelo e convertendosi ad esso. Altri segni sono già presenti nel territorio perché sempre Dio suscita uomini e donne di buona volontà che collaborano al suo Regno.
  • Scoprire il proprio ruolo-vocazione nella Comunità per partecipare alla missione della Comunità. Ognuno scopre ed è aiutato a scoprire il proprio carisma e lo mette al servizio della collettività creandosi appunto uno spazio di competenza in cui deve essere aiutato e valorizzato da tutti. Spesso questo avviene come un nuovo utilizzo della propria competenza.
  • Maturare uno stabile riferimento personale alla scrittura: La frequentazione assidua della parola di Dio, la sua interpretazione e attualizzazione consentono un riferimento costante e personale ad essa, tanto da divenire una compagna di viaggio nella vita quotidiana. Per questo va incoraggiata ed aiutata con frequenti lectio divina tanto da far prendere il gusto e amare la Parola. Tutto questo genera:Una personale crescita spirituale che si integra con la crescita di tutto il gruppo e l’aiuta. Tale crescita si accompagna, ove necessario, ad una maturazione personale perché al nascere di una fede adulta fa eco un modo adulto di vedere ed affrontare la vita. Ne guadagnano i rapporti familiari e comunque quelli interpersonali.Una nuova qualità nella partecipazione alla celebrazione che cessa di essere il rispetto di un precetto per essere una necessità di ringraziamento e di lode. È necessario però che, da parte del ministro, la celebrazione stessa e soprattutto l’omelia si adeguino al nuovo modo di partecipazione, perché alla crescita nella qualità della fede, nel laico, si accompagna necessariamente la critica, anche se costruttiva. Per questo motivo spesso i laici non si ritrovano più nelle celebrazioni sciatte e nelle omelie inconcludenti alle quali troppo spesso assistiamo nelle nostre Parrocchie.

3. Esperienze

Bisogna far sì che ogni contenuto proposto divenga pure un’esperienza di fede. proponiamo almeno due grandi esperienze:

  • La intimità con Dio, Padre di Gesù Cristo. Il cammino biblico è anche un cammino alla scoperta-incontro personale di Dio. In questo cammino ci sono momenti legati alla comprensione del proprio modo di vedere e di agire. Ma siamo invitati a fare esperienza personale di Dio-Trinità. Momenti più elevati spiritualmente e occorre rendersi conto della capacità di perdono e di misericordia del Dio di Gesù, facendo noi stessi esperienza di perdono e di misericordia, iniziando dalle persone che ci sono più vicine.
  • Prepararsi a fare una “redditio” della propria fede con la vita: L’opera di testimonianza è più efficace di tutti i bei discorsi. Il catechista per primo deve fare questo in seno al gruppo che conduce; tutti lo faranno tra di loro e nel loro ambiente di vita. questa “restituzione” potrebbe essere fatta sul testo del Discorso della Montagna e utilizzando il metodo della “lectio”. Il progetto di vita cristiana non può più limitarsi infatti a seguire il Decalogo ma, radicato nel tessuto della comunità umana, si ispira alla modalità delle Beatitudini per essere collaboratori di Gesù nella costruzione del Regno. Volendo lavorare per rendere reali le utopie lì contenute, deve far sì che divengano stile di vita per la comunità e per i credenti.

4. Nuclei tematici

Alcuni di questi nuclei sono già stati accennati in quanto oggetto di altri capitoli d’azione, ma sono qui ripetuti perché visti sotto un’altra angolatura. Nell’esplicitazione del cammino bisognerà perciò tenere presenti questi temi:

  • Comprendere il cammino di fede della comunità messianica di Gesù di Nazareth. Interiorizzando e imitando l’esperienza di Dio fatta da Lui. Comprendere che il cammino di Gesù va preso totalmente, dall’annuncio del Regno alla croce. Entrambi i poli sono necessari perché sia completo il cammino di fede, dato che bisogna essere pronti a sopportare le conseguenze di un annuncio e di un lavoro per il Regno. È in questa prospettiva che sembra utile privilegiare il Libro dei Discepoli (discorso della Montagna) come punto di riferimento per la catechesi stessa.
  • Comprendere la persona di Gesù. Si dovranno approfondire i due misteri della sua realtà.
    Il mistero della sua persona. Significa rispondere anche noi alla domanda “Ma voi, chi dite che io sia ?” ponendosi di fronte ai significati della sua incarnazione, della sua nascita e della sua vita, di cui ci viene detto che anche la Madre stessa non comprendeva, ma che metteva da parte tutto nel suo cuore. Comprendere il suo messaggio e il modo diverso di vivere la fede, allo stesso tempo dentro la legge e al di sopra di essa; la sua predicazione e i suoi miracoli.
    Il mistero pasquale. Il mistero della sua risurrezione come ci è stato tramandato dai testimoni, per cui la comunità dei suoi seguaci lo ha ritenuto Figlio di Dio e Dio stesso, Signore della storia e per sempre presente in mezzo alla sua comunità.
  • Comprendere la missione della Chiesa. Come prolungamento della missione di Gesù nell’annuncio e nella costruzione del Regno, in dialogo con tutti gli uomini e con tutte le religioni, guidata solo dalla legge dell’amore, aperta a qualunque cosa potesse essere in favore della realizzazione dell’uomo e della sua crescita. Con ciò chiarirsi su:L’agire di Dio nella storia insieme agli uomini e alle donne. Questo strano modo di agire di Dio che da una parte ci promette e assicura la venuta del suo Regno e dall’altra ci lascia a lavorare per costruirlo, apparentemente senza intervenire.
    L’agire dello Spirito nella Comunità e in noi. Modo di agire altrettanto misterioso per cui siamo totalmente liberi di muoverci come vogliamo, ma possiamo, rendendoci disponibili alla sua azione, utilizzare la sua forza e la sua sapienza.
  • La costruzione della personalità cristiana. Essa si struttura su un supporto di maturità umana, essendo disposti ad una spiritualità ben radicata nella vita e nelle sue necessità e contemporaneamente aperta al soprannaturale; con un modo di vivere, parafrasando la lettera a Diogneto “come cittadini del mondo senza essere del mondo…essendo cittadini in ogni patria e stranieri nella propria”. Sviluppando la propria interiorità e aprendosi all’azione dello Spirito.

5. Indicazioni per la comunicazione

L’uomo, come “essere in relazione”, non può realizzare se stesso che insieme agli altri. Per un processo autentico di maturazione sono ugualmente indispensabili i due momenti, quello di riflessione intima e profonda e quello di confronto con il gruppo di appartenenza.

Bisogna tenere conto delle difficoltà che possono sorgere durante il cammino. La più frequente è il rischio che le riunioni si trasformino in un salotto biblico-teologico, in cui tutto venga acquisito e dibattuto come argomento culturale (si pensi che a volte anche i movimenti hanno questa fase) con la conseguenza di creare una certa freddezza e formalità di rapporti e che all’aumento della conoscenza non corrisponda lo sviluppo della fede. Per questo sarà utile:

Utilizzare i metodi di dinamica di gruppo. È necessario che il gruppo si conosca, si amalgami e diventi omogeneo, esprima i propri leader e prenda coscienza delle motivazioni comuni. Tutte caratteristiche comuni a gruppi anche non di interesse religioso.

Il catechista sia un vero animatore di comunità. Sia preparato per condurre il gruppo come vero responsabile e costruttore di comunità perché il gruppo possa, dopo un cammino almeno triennale, sfociare nella comunità più grande, con tutte le caratteristiche specifiche di una piccola Chiesa.

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