2. Percorso di annuncio nella nuova evangelizzazione
1. Descrizione della figura
Nella realtà delle nostre comunità parrocchiali molti adulti non hanno avuto un incontro personale con la proposta di vita cristiana. Spesso anche gli adulti che frequentano vivono di tradizione, di devozioni, di interpretazioni morali e rituali ma non hanno una coscienza vera della proposta evangelica. Come si usa dire, sono sacramentalizzati ma non evangelizzati.
D’altra parte nella normale esperienza religiosa offerta dalle parrocchie tale annuncio manca per cui da parte degli adulti non è stato colto tutto lo spessore dell’esperienza cristiana e non è stata fatta una vera adesione a Gesù Cristo.
Questi percorsi sono perciò indirizzati a coloro che, pur avendo ricevuto tutti o parte dei sacramenti, non hanno per intero una coscienza cristiana o, per vari motivi, sono diventati agnostici; però conservano il desiderio di un’appartenenza, non solo sociologica, alla Chiesa e desiderano un approfondimento, in senso spirituale, dell’esperienza religiosa.
Il percorso deve essere pensato in senso modulare in quanto, nell’organizzazione degli itinerari, si debbono tener presenti tutta una serie di situazioni, anche complesse, sia riguardo alla diversità dei cammini di fede da proporre, sia in ordine alle diverse occasioni d’incontro secondo le occasioni reali e le iniziative pastorali.
Se prendiamo in esame i cammini di fede, dovranno tener conto dello stato in cui si trovano i partecipanti e quindi andranno preceduti da un’investigazione e da uno studio appropriato e, nella proposta, dovranno partire dallo stato in cui si trova ogni persona, valorizzando il positivo della loro vita.
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2. Obiettivi/competenze
I percorsi saranno realizzati grazie itinerari che avranno questa progressione:
- Guarire le proprie ferite e sviluppare una visione positiva di se stessi. Per un cammino di fede è necessario avere una buona coscienza del proprio positivo per poter poi apprendere come è possibile da questa base adeguarsi al progetto cristiano.
Le ferite di cui portiamo la traccia sono di vario genere. Alcune sono indipendenti dal nostro agire o dalla nostra diretta responsabilità (catastrofi naturali, morti improvvise…). Non è un atteggiamento maturo quello di arrabbiarsi con Dio perché non ha fermato in quel momento le leggi che regolano la materia, impedendo l’evento. Ad un adulto sufficientemente integrato non è risparmiato il dolore, ma questo non dovrebbe destrutturarlo, togliendogli i suoi riferimenti etici e mettendo in crisi ciò in cui fino ad allora ha creduto. Altre ferite derivano invece da errate scelte nostre o di altri: anche riuscire ad accettare i limiti umani è un indice di maturità, perché, a partire da questa accettazione, può iniziare un cammino di riparazione degli errori commessi ed è anche possibile sperimentare il sostegno e la presenza di un Dio consolatore, che ci accompagna nel processo di guarigione.La nostra vita è una esistenza serena e impegnata? Nella quotidianità fatta di tante difficoltà siamo capaci di mantenere il coraggio e la speranza nel futuro? Ci sentiamo “padroni di noi stessi” in modo autentico?
- Comprendere la propria esperienza umana. Questo significa aiutare a prendere coscienza e valutare l’orientamento fondamentale della propria esistenza verificando la propria posizione riguardo ad alcuni temi della vita adulta.È una esistenza guidata da accoglienza e atteggiamento positivo? Come ci avviciniamo alle persone sconosciute ? Siamo pronti a farle sentire a loro agio ? E noi, ci sentiamo a nostro agio con loro ? Siamo disposti a impiegare un po’ del nostro tempo a loro favore ?È una esistenza guidata dal desiderio di essere sostegno per le persone? Siamo pronti a dare una mano a quelli che ci chiedono aiuto ? E anche a chi non ce lo chiede, ma è in evidente difficoltà ?
- Valutare e purificare le proprie rappresentazioni religiose. Nelle loro convinzioni religiose gli adulti che incontriamo o a cui proponiamo un cammino di rievangelizzazione sono il frutto della catechesi infantile che hanno ricevuto. Questa inevitabilmente è stata pre-scientifica e magico-sacrale. Spesso è rimasta al livello di un atteggiamento religioso generico, magari incline al devozionismo che si limita a desiderare gli interventi di Dio ma non riesce a cogliere l’immagine di un Dio Misericordioso che perdona e accoglie e neppure della sequela a cui ci chiama il vangelo di Gesù.
Il rifiuto di molti adulti ad una partecipazione seria alla vita della Chiesa sta proprio nella “non evidenza del messaggio” perché conosciuto ed interiorizzato secondo la possibilità di conoscenza propria dei bambini. Anche la fede non è cresciuta, è rimasta bambina e attende ancora di diventare adulta.
- Abilitare a comprendere in modo adulto le categorie del messaggio cristiano. Occorre continuare nella linea dell’aggiornamento del modo di interpretare e comprendere il messaggio cristiano desiderato dal Concilio e cioè:
Leggere la Scrittura in modo veramente ecclesiale. Come affermano i documenti della Chiesa sul modo di leggere la Bibbia, si dovrà aiutare a fare una lettura storico-critica. Storica perché si rivolge a testi antichi e quindi per comprendere il messaggio vuole chiarire i processi storici di produzione dei testi stessi che si rivolgevano a diverse categorie di ascoltatori o di lettori e che si trovavano in situazioni spazio-temporali diverse. Critica perché opera con l’aiuto di criteri il più possibile obiettivi, in modo da rendere al lettore moderno il vero significato (e non il solo racconto) dei testi biblici. Una lettura “completa” finalizzata non solo a studiare la Bibbia ma a “farsi leggere, illuminare e guarire” dalla rivelazione salvifica di Dio.La liturgia e i Sacramenti compresi nella linea della comunione con il Mistero Pasquale. Questo significa non dare ai sacramenti un carattere magico, ma considerarli come esperienza di disponibilità e accoglienza del Suo Spirito e come sostegno divino per le tappe nella crescita della persona nella fede e nel cammino di sequela del Cristo. Come continuazione dell’agire salvifico di Cristo che ci unisce a Lui nella sua vita, nella sua morte e nella sua risurrezione.
Comprendere il Messaggio della fede come illuminazione della storia e delle persone. I credenti partecipano della missione profetica di Gesù e quindi imparano a riconoscere nella storia l’azione redentrice e liberatrice di Dio e nelle persone un riflesso della misteriosa incarnazione di Dio in Gesù. Anche la Tradizione ecclesiale con la sua dottrina è finalizzata a questa capacità di “sapienza” con cui comprendere in che modo il nostro tempo possa vivere nella salvezza inaugurata da Gesù.
Laicità come contenuto e luogo dell’esperienza cristiana. Come insegna il Concilio attraverso il battesimo l’adulto nella fede vive dei mezzi della grazia ma per la trasformazione del mondo. Restituendo al termine “laico” la sua effettiva valenza di membro del popolo cristiano cioè della sua missione salvifica, si comprende come l’esperienza cristiana ha come contenuto “le cose del mondo” da indirizzare e vivere nella luce del messaggio del Vangelo. Come dice S. Paolo (Rm. 12,1-2) siamo chiamati ad essere sacrificio vivente e come afferma S. Pietro (1 Pt. 2,4-5) facendo ogni azione cristiana anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale.
- Aderire nella fede al progetto e mistero di Gesù di Nazareth. Gli adulti non sono stati evangelizzati, cioè non sono stati mai aiutati a prendere posizione verso l’annuncio fondamentale proclamato con le parole e con le opere da Gesù. Per essi l’avvento del regno di Dio non costituisce l’orizzonte attraverso cui interpretare la vita personale e sociale, né viene data l’importanza necessaria all’appartenenza ecclesiale, quel sentirsi “pietre vive costituenti il nuovo Tempio”.
In ottica strettamente antropologica tutti questi obiettivi rappresentano le tappe indispensabili per poter affermare che si è raggiunta una vera maturità sociale.
3. Esperienze
Durante il percorso, oltre le consuete attività e vita di gruppo proprie della catechesi, sarà necessario far fare delle esperienze significative che siano come tappe di particolare intensità spirituale nelle quali si possano vivere e sperimentare i contenuti appresi.
Un modo molto efficace di far fare queste esperienze è quello di organizzare dei week-end di forte base kerigmatica, celebrazioni e adesioni, in cui il gruppo possa trovare momenti di comunione e di gioia.
Non dovrà mancare la comprensione del Vangelo attraverso la testimonianza di carità che la comunità parrocchiale già vive o si propone, anche con questa catechesi, di realizzare.
Potrebbe essere utile impiegare alcuni di questi spazi per esaminare con calma il “Padre nostro” in modo che si possa conoscere bene ed interiorizzare questa preghiera che Gesù ci ha insegnato e che costituisce, in un certo senso, il nostro credo e con il quale si possono creare momenti di intensa spiritualità, necessari anche per avere dei feed-back del cammino percorso.
La conoscenza e interiorizzazione del Padre Nostro potrebbe essere realizzata anche con incontri di preghiera ben strutturati con momenti di meditazione profonda e incontri penitenziali.
4. Nuclei tematici
Preparando gli itinerari da percorrere si possono tenere presenti una serie di nuclei tematici irrinunciabili:
- Religione e fede. L’esistenza di Dio o il sentimento religioso appartengono alla natura umana. Sono trasmessi culturalmente e nei nostri contesti si manifestano con le categorie culturali proprie del cristianesimo. La religiosità spesso coincide con le immagini di Dio proprie dell’infanzia e che la catechesi dei ragazzi non è riuscita a purificare. La fede invece scopre l’immagine di Dio nella missione di Gesù e nel mistero della sua persona. In questo modo l’evangelizzazione fa comprendere che “credere” ha come contenuto principale e originario l’adesione anche intellettuale alla fede di Gesù: noi crediamo quello in cui credeva Lui e per cui ha dedicato tutta la sua esistenza.
- L’annuncio del Regno. La fede (le parole) di Gesù è certamente un annuncio che sovverte il mondo “semplicemente” religioso spesso presentato e dà nuovi significati alle indicazioni e consigli della Chiesa. Alla sensazione di un messaggio solamente morale viene sostituito un insegnamento capace di sviluppare la responsabilità personale e sociale perché vengano i cieli nuovi e la terra nuova.
- Segni e parole di Gesù: Una migliore conoscenza del Vangelo fa scoprire in Cristo una figura di pastore e legislatore ben diversa da quella un po’ sdolcinata che ci viene dall’iconografia. Conoscendo meglio la forza e il contenuto della predicazione di Gesù si metteranno in rilievo i significati profondi delle sue azioni e parole. Esse sono da comprendere in riferimento all’annuncio fondamentale (la fede fondamentale) di Gesù: Dio è presente nel suo popolo e lo salva. Il suo Regno viene! Tuttavia deve rimanere centrale la comprensione profonda del mistero della morte di Gesù. Questo mistero della sua vita viene troppo spesso frainteso e semplificato. Magari da una lettura solamente redentiva della sua esistenza. Sarà quindi necessario comprendere:Perché l’hanno ucciso! Vicino alla figura della vittima predestinata dal Padre, l’agnello destinato al macello, si evidenzia la figura del rinnovatore, del liberatore da tutte le pastoie del potere e della complicazione del nostro modo di pensare. È una figura a tutto tondo, che si può seguire oggi, se abbiamo voglia di migliorare il mondo. Questo è il progetto di Dio a cui Gesù “deve “ obbedire.Ma il Padre lo ha risuscitato! Non è perciò solo il sapiente eroico che si sacrifica per non venir meno ai suoi principi e per fornire un esempio, ma è il vincitore, nonostante le apparenze, sulla morte e sulla opposizione del potere. Con la risurrezione il Padre lo proclama Messia e Signore della storia, Ricapitolatore del creato. Anche per questo la comunità ne comprenderà il suo profondo mistero riconoscendo in Lui la manifestazione della realtà stessa di Dio e chiamandolo Figlio di Dio.
- L’incontro con Dio nella preghiera. L’evangelizzazione introduce anche alla esperienza spirituale. Il cammino fa scoprire un nuovo modo di pregare, al di là delle formule e delle parole. Far capire che a Dio non solo si chiede, perché Lui già sa di cosa abbiamo bisogno, ma lo si loda e lo si ringrazia per le meraviglie che abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi. Nella preghiera personale e comunitaria, inoltre, siamo introdotti alla intimità trasformante di Dio.
- La scoperta della propria Comunità. Nella esperienza religiosa di molti adulti il grande assente è proprio il significato teologico e vitale della comunità. La Chiesa è la comunità messianica che desidera continuare l’annuncio e la realizzazione del Regno. Al di là di ciò che possono fare le dinamiche di gruppo, saranno i momenti di convivialità, di gioia, di preghiera, di riflessione che potranno alimentare questa scoperta come un potente aiuto nel cammino intrapreso.
- Il significato centrale della celebrazione eucaristica. Nutrita dalla conoscenza biblica, da un nuovo modo di pregare, dalla presenza dei fratelli nella fede, potrà essere veramente qualche cosa di diverso dalla messa ascoltata distrattamente per onore di precetto. Essa è il centro, la condizione e lo scopo della esistenza cristiana. Tutta la celebrazione, oltre ad essere sacramento del Cristo risorto e dono dello Spirito, descrive il senso e l’orientamento della missione ecclesiale. In essa è descritta la “Chiesa in azione”.
- Introduzione e iniziazione all’uso personale e comunitario della Bibbia. È la competenza-obiettivo fondamentale che permette la realizzazione del cammino e si deve “sciogliere” in tutti gli altri nuclei. Ma sarà anche oggetto di incontri specifici, quasi una abilità necessaria da sviluppare. Un percorso di introduzione darà informazioni sul significato globale della Bibbia, sui metodi di lettura e di interpretazione per la vita, con esperienze pratiche di lectio divina.
5. Indicazioni per la comunicazione
- Insieme al percorso di Iniziazione, questo qui presentato può essere quello più preordinato. Può essere utile prevedere una durata triennale seguendo magari queste tappe annuali:
Vivere una vera esperienza di fede che dia risposte al bisogno di sacro (I anno); credere in Gesù di Nazareth (II anno); vivere la Chiesa nello e con lo Spirito (III anno).
- E’ importante verificare se anche in altre aree della vita (affettività, produttività…) la persona faccia ricorso a modalità magiche di pensiero. In questo caso una modalità di pensiero più evoluta deve essere pazientemente costruita a partire da esempi e riflessioni tratte da esperienze concrete della vita attuale della persona proponendo altre ottiche, altri modi di interpretare la realtà; questo allargamento di orizzonti potrà poi favorire l’apertura verso un modo più maturo di vivere la fede, liberandola da schemi ristretti.
- La catechesi degli adulti non è una catechesi necessariamente di coppia, ma avviene in genere che di ogni coppia ne viene uno solo, in genere la donna. È una cosa che è nella normalità, ma che può generare domande e attenzioni pastorali in modo tale che la coppia in quanto tale possa progressivamente partecipare anche se in modalità diversificate, magari nei momenti conviviali.
- A livello di dinamica si tenga presente che questo percorso rappresenta spesso il primo incontro serio e personale di molti adulti con il messaggio della fede. questo fa nascere domande e curiosità che vanno accolte e con cortesia utilizzate all’interno delle finalità del percorso.
- Questo può generare anche una certa confusione e senso di smarrimento. L’animatore incoraggi il cammino e modifichi la sensazione di eccessivo individualismo.
- Si tenga inoltre presente che, progressivamente, il cammino rimette in discussione scelte e atteggiamenti delle persone. A volte la “conversione” non avviene e si tende a reinterpretare tutto nella propria prospettiva. Ma a volte si creano forti ripensamenti e crisi. L’animatore dovrà seguire personalmente queste situazioni confortando e incoraggiando. Spesso questo è il momento di forti emozioni spirituali anche nella dimensione del sacramento della Riconciliazione.