Come dare risposta all’esigenza di educazione emersa recentemente nella pastorale italiana?[i] La tesi di questo intervento si riassume nell’affermazione che la formazione cristiana (compito primario della catechesi) ha bisogno di rinnovare il suo itinerario. Itinerario, cioè descrizione delle tappe ideali del cammino della fede. Ma quale è l’itinerario adatto a realizzare i compiti della catechesi nel nostro contesto di Annuncio della fede e Formazione dei credenti? Per dare una risposta si devono comprendere in profondità i limiti delle scelte fatte nel primo post-concilio. Essi si riassumono nella contraddizione di una catechesi rinnovata nelle finalità ma non nella sua organizzazione formativa che rimase pensata come servizio alla comunicazione della fede. È necessario invece un riequilibrio tra la dimensione della comunicazione e quella della libera e personale appropriazione della esperienza cristiana. L’analisi delle attuali “offerte formative” mostra che permangono nella scelta di privilegiare il compito della trasmissione del messaggio. Questo sbilanciamento verso la prima dimensione del processo missionario non permette un adeguato sostegno alla receptio e interiorizzazione della proposta cristiana. Se questo non avviene si continuerà a pensare la catechesi come solo servizio di socializzazione di una esperienza religiosa precedente senza permettere una adeguata esperienza di appropriazione della rivelazione che la sostiene. Per tale scopo è insufficiente il recupero del modello catecumenale attuato in questi anni perché rimane esterno ai processi di trasformazione della persona. per questo occorre un ripensamento globale dell’ Itinerario per la vita cristiana.
1. La vicenda dell’itinerario catechistico italiano nel post-concilio
Secondo molti abbiamo bisogno di un itinerario capace di superare i limiti del modello catechistico e pastorale tridentino centrato sulla istruzione veritativa sostenuta da una notevole pastorale di pietà popolare. Un itinerario “di popolo” (catecumenato di popolo) come un “noviziato battesimale o catecumenale crismale”. Un itinerario che si realizza nei luoghi di esperienza di vita cristiana. Un itinerario mistagogico perché attento allo sviluppo religioso, alla capacità di decisione, alla guarigione interiore, alle età evolutive delle persone. Un itinerario, quindi, capace di superare veramente il cognitivismo della trasmissione del messaggio e di occuparsi della sua interiorizzazione. Ma è questo l’itinerario verso cui si sta dirigendo la “riforma” della catechesi italiana?
1. La vicenda dell’itinerario catechistico italiano nel post-concilio
Dalle età psicosociali alla scelta catecumenale
Le non scelte di Annuncio e Catechesi
La questione di fondo: itinerario per quale obiettivo?
Riprendere riflessioni e proposte catechetiche non considerate
2. La forma dell’itinerario. Scelte per un nuovo progetto catechistico
Tra teologia e pedagogia
Nel rispetto della complessità della pratica formativa
Itinerario e sviluppo della dimensione religiosa della persona
Per una catechesi come abilitazione delle competenze di vita cristiana (la armatura di Cristo)
3. Verso un itinerario condiviso
[i] Mi collego idealmente a due mie riflessioni precedenti Il ritorno dell’educativo nella pastorale/1-/2, in Catechesi, 2011-2012, 81,1, 23-31 e, 81,2, 3-13.