Come è nata l’idea di un DB?
In quegli anni – parlo degli anni immediatamente prima del Concilio e di quelli subito dopo – molte Chiese locali si diedero il compito di riadeguare la loro catechesi.
L’impianto stabilito dal Concilio di Trento con il suo catechismo e l’organizzazione della Confraternita della Dottrina Cristiana, non reggeva più. Era un impianto nato per dare risposta alla crisi teologica derivante dalle
varie espressioni della riforma protestante, ma anche per sostenere la riforma della Chiesa cattolica.
Già lo scontro con la modernità e l’inizio dei pensieri “-ismi” (dall’Illuminismo in avanti) aveva mostrato il limite di una tale impostazione. Nonostante il rifacimento ordinato da Pio X e la riorganizzazione secondo il modello “in forma di vera scuola”, quella catechesi era ritenuta incapace ad affrontare la ormai evidente crisi del cristianesimo. Crisi che il
Magistero aveva per troppi anni interpretato solo come opposizione dei governi e preconcetto della cultura. Crisi colta pure come “mancanza o insufficienza di
istruzione” e che portava al rafforzamento costante del dispositivo tradizionale.
Crisi che, già negli anni immediatamente prima del Vaticano II, cominciò ad essere
percepita, invece, come crisi di linguaggio della dottrina nei confronti delle nuove situazioni sociali e culturali.