L’adulto in Parrocchia. Sarà possibile?

Adulti per comunità adulte

Il rapporto adulti e parrocchia cambierà quando anche le parrocchie rifletteranno sul senso della loro missione e ne trarranno una appropriata spiritualità. Quando passeranno da luogo della celebrazione dei sacramenti, a comunità responsabili del servizio al regno di Dio.

Da questo punto di vista il documento sul rinnovamento delle parrocchie[7], non affrontando i cambi strutturali necessari per la missione, non offre un orizzonte persuasivo per una nuova stagione di CA. In particolare manca la riflessione sul compito missionario della parrocchia in quanto soggetto comunitario presente in un territorio. Rimane infatti nell’idea che il compito della parrocchia sia solo a livello iniziale: abilitare gli adulti alla trasmissione della fede ai figli. Missione per gli adulti e non con gli adulti. Si continua sulla immagine di parrocchia come stazione di servizio dove si sosta per un tempo e poi si continua il proprio individuale viaggio. I parroci ne sono consapevoli: ogni anno si presentano a loro un certo numero di famiglie che incontrano per un certo e delimitato tempo (il tempo della presunta iniziazione cristiana dei loro figli) per poi salutarle e occuparsi di una nuova “leva di battezzati”.

Questo rappresenta il nodo ecclesiologico della CA: la mancanza di un compito missionario adulto per la comunità. Il linguaggio è chiaro: la parrocchia offre percorsi per gli adulti e non una catechesi adulta per costruire la statura adulta della sua (della parrocchia) fede ed esperienza cristiana (cf. Dcg 1971, n. 21; ignorato dai documenti catechistici successivi).

Non si tratta, come erroneamente insinua qualcuno, di trasformare le parrocchie in luoghi elitari. Si tratta di non limitare il loro compito ad essere solo fontana del villaggio. Si tratta di restituire alla parrocchia il compito di costruzione della società attraverso la profezia e la testimonianza. Per molti questa finalità si esprime con l’espressione: parrocchia per la costruzione del regno. Il XX secolo ha conosciuto una continua riflessione sulla forma[8] della chiesa (locale). A molti appare insufficiente la stessa priorità data alla figura comunionale. Insufficiente appare anche la cifra comunicativa. La stessa linea della teologia del popolo di Dio e/o della fraternità[9] ha pienamente significato missionario se viene declinata come popolo o comunità messianica che si fa carico non solo della missione post-pasquale ma soprattutto della pratica missionaria del Gesù pre-pasquale.

La declinazione pastorale[10] che ne deriverebbe (trasformazione comunitaria, riarticolazione ministeriale, necessità della lettura profetica dei segni dei tempi, riformulazioni dell’agire pastorale) sarebbe la condizione per una CA “adulta” e non solo centrata sulla ripetizione del catechismo.

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