Intervento alla 17 settimana di formazione e spiritualità missionaria “Battezzati e inviati”. Assisi 29 agosto 2019
La riflessione e pratica missionaria derivata dal Vaticano II ha seguito due direzioni: l’annuncio e la testimonianza dell’amore di Dio (lo Shalom) e la teologia delle religioni nella storia della salvezza. Una visione di missione che forse non ha accolto pienamente il ruolo da «protagonista» dello Spirito; che forse ha troppo separato la missione di Cristo da quella dello Spirito.
Creando la «debolezza» missionaria contemporanea incapace di dialogare e abilitare a vivere il messaggio, Abbiamo bisogno di «spiritualizzare» la missione cioè di mettere in primo piano l’agire dello Spirito nel cosmo e della vita umana. Occorre imparare a declinare nella storia il «Veni Sancte Spiritus».
La comprensione della missione nel Vaticano II ha una evoluzione progressiva. Che include e interagisce con altri temi importanti: salvezza, creazione, mondo, storia, incarnazione, giustificazione, religiosi, coscienza, umanizzazione. Una evoluzione che è giusto riassumere nella espressione Actio Dei.
La definizione di missione come azione di Dio (il “rimpatrio trinitario o actio Dei : LG 2-4; AG 2-4) ha portato alla riconsiderazione dei due soggetti missionari più importanti: la missione di Gesù di Nazareth e la missione dello Spirito Santo. È questa prospettiva del “soggetto trinitario” che ha portato a numerose e progressive considerazioni sul concetto di “salvezza”.
Questa visione è stata presentata progressivamente e ne va colta la sua triplice evoluzione dentro i testi conciliari. La triplice evoluzione della comprensione della missio Dei (l’amore di Dio)
La impostazione trinitaria-cristocentrica di SC 6 e LG 13-17. In essa si conserva il ruolo di Cristo come redentore ma l’insieme viene inquadrato nel recuperato concetto di Mistero pasquale
La impostazione rivelativa di DV 2.5. Parlando della rivelazione (che non coincide immediatamente con la Scrittura) si descrive la missione trinitaria come autodonazione che Dio fa di Sé, della salvezza come partecipazione della dinamica divina, del suo dinamismo come dinamismo interno alla storia e della esemplarità di Cristo
La impostazione dialogica della Chiesa nel mondo contemporaneo” (GS 40-45) sottolinea la realizzazione della storia come compito della missione; compito da svolgere insieme con gli uomini di buona volontà.