La catechesi a Roma. Appunti per una memoria

Costruzione di centri di animazione di pastorale catechistica

Proprio il buon numero di animatori di catechesi (ca 450) permise l’avvio di un secondo progetto: i centri di animazione di prefettura (che a Roma sono i raggruppamenti di parrocchie di una stessa zona). Questi venivano coordinati da una sezione specifica del Centro e avevano lo scopo di accompagnare e sostenere i catechisti nella loro azione diretta, non escluso la loro esperienza spirituale. La rete di animatori aveva momenti di programmazione comune e mirava nel tempo a dotare i centri di formazione di una animazione più completa e localizzata. Tutti ricordano la passione con cui questa sezione veniva guidata da sr. Carla Mennini.

Uno di questi centri di spiritualità si è radicato nel territorio fino a diventare una vera scuola di preghiera. Iniziato con la responsabilità di padre Enrico Bosoni, è tutt’ora esistente e guidato da sr. Marisa Bisi.

Verso il futuro: i centri ricerca

L’esperienza concreta dei centri di formazione mise in evidenza anche i limiti del progetto Cei di cui il Centro aveva messo in opera una valida mediazione. Si sentiva la mancanza del rapporto tra formazione e comunità locali (troppo spesso i catechisti venivano solo “inviati” dai parroci). Ma soprattutto si avvertiva il limite della impostazione “scolastica” della stessa organizzazione formativa. Essa privilegiava la alfabetizzazione teologica di base e una qualche catechesi degli adulti.

Si avvertiva l’esigenza di una formazione più dinamica e legata all’agire diretto della azione catechistica. Si diede risposta a tale bisogno formativo attraverso la riflessione e sperimentazione di una equipe dedicata ad elaborate proposte di “progetti diocesani di catechesi”. La formazione in vista di un progetto permette, infatti, di sviluppare la pedagogia delle competenze. In qualche modo si anticipava la seconda nota della Cei (1991) sulla formazione dei catechisti che diede ragione di questa impostazione.

Nacquero cosi 5 equipes diocesane di adulti, giovani, adolescenti, ragazzi, fanciulli. L’insieme dei progetti presero nome di “Gruppi Ricerca”.Tra questi prese immediatamente piede il GR degli adulti che realizzò l’esperienza di formazione di animatori di adulti nella metodologia dell’animazione culturale.

Interazione tra i centri di formazione e di animazione era garantita dalla progettualità comune mensile realizzata al Vicariato stesso e realizzata da una gruppo di coordinamento sotto la guida di Luciano Meddi e Renata Accorsi.

Il mandato

Nella prospettiva di sviluppare il movimento catechistico e far crescere la ministerialità dei laici, particolare attenzione venne data alla celebrazione del Mandato dei catechisti seguendo due direttive. Il mandato veniva innanzitutto celebrato alla presenza del Vescovo (il Cardinal Vicario) per sottolineare l’appartenenza della vocazione catechistica a tutta la chiesa locale e la disponibilità ad essa. Successivamente il mandato veniva anche celebrato nelle singole parrocchie con il proprio parroco.

In secondo luogo veniva celebrato nel territorio, di luogo in luogo, e non solo nella cattedrale. In questo modo attraverso l’itineranza catechistica e la duplice polarità “chiesa diocesana e chiesa locale” veniva esaltata la prospettiva della ecclesiologia di comunione e della mutua corresponsabilità. Evitando lo schema della sola deduzione discendente della pastorale.

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