Un “centro” per l’evangelizzazione e la catechesi
In questa prospettiva la riforma del Vicariato di Roma volle che la Diocesi passasse da una prospettiva di amministrazione pastorale centrata sulla figura degli Uffici a servizio dell’applicazione della direzione del vescovo, a quella di mediazione tra la guida del vescovo e le realtà territoriali. Anche l’Ufficio Catechistico, sotto la guida di mons. Valentino dDi Cerbo, divenne una struttura di analisi e progettazione, un Centro pastorale in continuo ascolto delle esperienze ecclesiali, capace di creare sinergie, suggerire orientamenti e abilitare le parrocchie a sviluppare nuove competenze. Una animazione pastorale nella prospettiva della ecclesiologia di comunione e nella modalità della continua sinergia con le parrocchie.
Il servizio pastorale del Centro si riformulò secondo tre direttrici: la catechesi intesa come evangelizzazione e formazione della vita cristiana; l’IRc in distinzione e complementarietà con la catechesi a servizio dello Studente e in piena sintonia con le finalità della scuola; l’ecumenismo e il dialogo come via della missione contemporanea. Per quanto riguarda l’aspetto catechistico, il progetto si sviluppò secondo alcune direttrici precise che qui ci piace ricordare.
Un nuovo progetto per la formazione dei catechisti
Compito determinante e continuo fu la riqualificazione del soggetto “catechisti”. Le precedenti scuole di formazione vennero rinnovate e ampliare alla luce del documento dell’UCN del 1982. Nel momento di maggiore impegno la diocesi giunse ad avere una anagrafe di ca. 9.000 catechisti parrocchiali. Per essi si attivarono ca. 30 luoghi di evangelizzazione e formazione del ministero catechistico, decentrati nel territorio e coordinati da una sezione del Centro.
Il piano coinvolgeva le comunità locali (parrocchie), i loro parroci e le forze educative presenti nel territorio. Un impegno costante che coinvolse in diversi modi le università pontificie romane, molti docenti, non esclusi gli stessi insegnati di religione. Un piano che mirava a: offrire una formazione di base (2 anni) e uno di specializzazione. A questo seguivano due anni per la formazioni di animatori diocesani parrocchiali della catechesi. Il piano prese avvio per l’impegno diretto di padre Pasquale Cavallo dei padri sacramentino e di una specifica equipe di esperti (tra cui Mons. Sergio Pintor) e collaboratori dei diversi uffici della stessa Cei.