- L’ Instrumentum laboris nei nn. 76-79 tratta della Missio ad Gentes, cura pastorale e nuova evangelizzazione. Sono aspetti ai quali bisognerebbe dare un’impostazione più adeguato
- Il Sinodo deve pertanto farci percepire la necessità di un coordinamento dell’opera di evangelizzazione, intesa come primo e nuovo annuncio, perché si tratta ormai di una missio globale a tutto tondo, anche in considerazione del fenomeno migratorio dei popoli che fa sì che i soggetti tradizionali della missio ad Gentes si incontrino ormai ovunque, creando dappertutto società sempre più plurali. Inoltre, non pochi fedeli provenienti dai cosiddetti territori di missione, che dimorano nelle società occidentali, apportano nelle nostre parrocchie e comunità la vivacità e le ricchezze spirituali di cui sono detentori. In essi si percepisce la freschezza della loro fede, così diversa da quelle forme di “stanchezza…o di tedio dell’essere cristiani” (Benedetto XVI, Discorso alla Curia Romana e alla Famiglia Pontificia, per la presentazione degli auguri natalizi (22 dicembre 2011)), e così evidenti tra le antiche secolarizzate cristianità.
- Il mandato di Cristo redentore […] non [è] solo per la percentuale di coloro che non conoscono Cristo e che è proporzionalmente in costante aumento, ma anche per la percentuale dei battezzati dove l’abbandono della fede costituisce un fattore rilevante. Di ciò occorre farne un kairos, un momento forte di grazia, in quanto provoca la Chiesa a rafforzare la propria identità di comunità voluta da Gesù Cristo, per essere segno e strumento di salvezza per tutti i popoli della terra (Lumen Gentium).