Il coraggio di attivare il Catecumenato Crismale

ragazzi-cresimaLa Chiesa italiana riflette da quasi 15 anni sulla forma adatta per assicurare alle nuove generazioni la trasmissione della fede e la crescita nella vita cristiana. Singoli operatori e Vescovi stanno recentemente utilizzando l’espressione «catecumenato crismale» per dare compimento al processo di rinnovamento della Iniziazione Cristiana dei Ragazzi.

Molte esperienze mettono in luce che la riflessione si sta concentrando sulla «forma pedagogica» che l’itinerario dovrà assumere. Una forma che non tradisca la tradizione ma che tenga maggiormente in conto che viviamo in una cultura della scelta personale.

Questo libro è scritto anche per mettere in guardia da possibili equivoci che ne possono limitare il successo pastorale. L’equivoco di fondo è che sia sufficiente una innovazione di linguaggio, di forme esterne, mentre è chiaramente una questione di sostanza. La crisi infatti della funzione generativa e iniziatica della comunità non deriva dalla «disaggregazione» dei sacramenti della IC, ma dal ritardo con cui si affronta pedagogicamente il cambio culturale in atto.

Con il termine «iniziazione» si intende un’attività importante della vita della Chiesa, quella tesa a far nascere e crescere nuovi credenti. Ma è anche una esperienza umana. Questo avvenimento ha una doppia natura. Quella divina (perché nessuno può rinascere dall’alto da solo) e quella umana (perché la vita nuova è frutto anche della decisione e formazione della persona). Di conseguenza la IC si realizza attraverso l’interazione di tre attività precise.

La prima è la presentazione della proposta cristiana. La seconda è rendere presente e interiorizzare il dono dello Spirito attraverso la mediazione dei sacramenti della IC. La terza è quella dell’aiuto alla crescita della risposta di fede e la formazione dei nuovi credenti. Riflettendo sulla terza dimensione, quella antropologica, la iniziazione appare come un processo formativo, cioè di trasformazione o crescita della persona nella fede, costituito da quattro passaggi: socializzazione, evangelizzazione, interiorizzazione, integrazione.

I modelli di IC per i ragazzi presentati in questi anni hanno molto sviluppato il recupero del momento evangelizzante ma stanno trascurando fortemente il momento della attivazione della dimensione umana. Il percorso viene pensato come un processo già definito nelle sue forme espressive, entro cui si deve entrare, e non come seme da far sviluppare in modo originale. L’espressione «inculturazione», traduce in termini teologici la realtà della «acculturazione» che è il processo quotidiano per il quale ciascuno riceve la tradizione che rielabora in vista della propria situazione vitale.

Il catecumenato crismale ha il compito di sviluppare questa dimensione di «appropriazione culturale e sociale della fede» da parte delle Nuove Generazioni. Senza questo processo di scomposizione, essenzializzazione, e ripensamento degli elementi che strutturano la IC nei nuovi contesti, il linguaggio della fede rimane separato dalla vita, produce «formalismo religioso», che non permette la realizzazione dei processi di interiorizzazione e integrazione ma troppo facili abbandoni.

Il testo si articola su quattro nuclei di indagine. Il primo capitolo (Nuovo impegno per la iniziazione cristiana dei ragazzi) è dedicato a comprendere il cuore della complessa problematica legata alla ICR. Il secondo capitolo (La proposta del catecumenato crismale) è dedicato a costruire un manifesto del catecumenato crismale che va pensato come attività specifica, ambiente formativo, struttura pastorale sempre aperta verso il mondo dei preadolescenti e adolescenti e anche dei giovani.

Il terzo capitolo (Organizzare il cammino della comunità crismale) è dedicato a descrivere i protagonisti, i contenuti e la comunicazione adatta. Soprattutto è dedicato a delineare la progressione ideale, evolutiva, di un Catecumenato Crismale, dalla sua fase iniziale fino alla sua conclusione. Il capitolo quarto propone la descrizione globale del modello di IC adattato ai ragazzi a cui ci ispiriamo. Conclude la riflessione Quasi un manifesto che riassume gli elementi portanti di questa proposta di catecumenato crismale.

I destinatari di questa proposta sono uomini e donne coraggiosi che non avranno paura di affrontare molte difficoltà. Sono persone – presbiteri, religiosi\e laici\e – appassionati per il futuro di un cristianesimo incisivo e significativo per la gioia delle persone e dei ragazzi in particolare.

Meddi L., Il Catecumenato Crismale. Risorsa per la pastorale degli adolescenti, Elledici, Torino 2014.

Introduzione

 

2 commenti su “Il coraggio di attivare il Catecumenato Crismale”

  1. Ceglia d. Salvatore

    Questo percorso come vede presenti e protagonisti i genitori e tutta la comunità parrocchiale?
    Prevede la celebrazione della Cresima prima dell’Eucaristia o no?

    1. Scusa il ritardo con cui rispondo. Sollevi questioni importanti che stiamo dibattendo e, ancor prima, sperimentando da diversi anni. La mia proposta di Catecumenato crismale si rivolge agli adolescenti e/o giovani. Ritengo infatti questa la innovazione decisiva della “pastorale missionaria”: collocare un momento della IC in età dove la libera scelta possa incidere decisamente (cf. in questo blog: Il compito della catechesi nella nuova evangelizzazione. Superare la dissociazione fede e vita e Età della confermazione e obiettivi missionari – vedi qui a lato “temi in evidenza”). In questa prospettiva la dimensione comunitaria è decisiva, come lasci intendere, e il testo dedica diversi passaggi (cf. c. organizzare il cammino della comunità crismale, pp. 61-84). Mentre va da sè che il rapporto con la famiglia in questa età psicosociale e spiritale è sullo sfondo. Importante nella prospettiva della ICR che termina verso gli undici anni, la famiglia nell’età successiva acquista un ruolo di testimonianza. D’altra parte non è opportuno e non conviene alla chiesa perseguire il modello delle “nuove comunità e movimenti”, ma dello stesso Educare alla vita buona del Vangelo. Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano (2010) che riprende La sfida educativa. Rapporto-proposta sull’educazione,2009; modello incentrato sulla “relazione generativa”. questo modello sta portando a creare sub-culture cattoliche spesso incapaci di dialogare con il mondo e di vivere nella continua opposizione con esso. Si dirà: questione di modello di Chiesa. Appunto.
      Grazie

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