Già negli anni ‘30 nella catechesi si parla della «necessità» delle mamme catechiste per favorire la crescita religiosa dei figli; le prime riflessioni organiche sono degli anni ‘60 e sono intese come catechesi per gli adulti e abilitazione al compito educativo dei genitori. Un grande impulso venne da 2 esperienze: la catechesi familiare di C. Decker, cileno; e dalla catechesi comunitaria di W, Saris, Olandese.
Tuttavia i documenti italiani sembrano avere molta paura a suggerire il modello pastorale della CF. Anche «Incontriamo Gesù» (2014) non usa neppure questa espressione!
In libreria si trovano molti sussidi che si definiscono di “catechesi familiare”….Ma attenzione alle cattive imitazioni
La CF appare oggi come una scelta pastorale importante per almeno tre motivazioni
pedagogica: il ruolo dei genitori nella educazione religiosa; sociologica: la fine del catecumenato sociale, della religiosità diffusa, della società semplice; pastorale: rifare il tessuto della comunità cristiana
In modo particolare è proprio la motivazione pastorale quella che deve essere sottolineata maggiormente. Per realizzare la «conversione missionaria» della pastorale, occorre passare dalla trasmissione sociologica della fede alla qualificazione dei credenti, la maturità della fede, la scelta personale, la personalizzazione, integrazione, interiorizzazione della fede stessa.
occorre abilitare gli adulti a leggere cristianamente la realtà e se stessi, ad scoprirsi chiamati ad essere «discepoli missionari»!
Questa scelta è fondamentale per sostenere la pastorale parrocchiale, riqualificare le diverse ministerialità attraverso lo sviluppo dei personali carismi e per dare avvio una un serio rapporto e testimonianza comunitaria nel territorio
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