1. Destinatari. È un argomento che va trattato nel corso degli itinerari per l’Iniziazione Cristiana e per la Rievangelizzazione e serve a chiarire i rapporti che intercorrono tra la religiosità (e spesso tra la religiosità popolare) e la fede; rapporti che non sempre sono consequenziali e di buon vicinato.
2. Dimensione biblica: Uno dei primi esempi di contrasto tra la religiosità e la fede è quello del “vitello d’oro” (Es. 32,1-32). Nella sua storia Israele ha eretto pali sacri, costruito steli (Dt. 16,21-17,7) (1Re 12,28s.; 2Re 13,6). Quando manca tutto, ci si contenta del culto sulle alture (1Re 22,44) o addirittura si adorano i demoni (Bar. 4,7) tanto da giustificare la richiesta del diavolo a Gesù nel corso delle tentazioni (Mt. 4,9). Ogni divinità dei popoli del circondario, ogni Baal, fornisce la tentazione per tradire la purezza della fede richiesta da Jahve (Gdc. 10,6).
3. La Tradizione della Chiesa. La religiosità è descritta in forma nobile come l’atteggiamento assunto dall’uomo in seguito alle risposte che si dà agli interrogativi primari sul senso dell’esistenza. La Chiesa ne parla nella Dichiarazione Conciliare “Nostra Aetate”. La religiosità, che è un’inclinazione naturale e legittima dell’uomo, diventa patologica se ci si contenta di risposte preconfezionate e servite da uno dei tanti poteri e si scioglie in riti vuoti e scongiuri cabalistici, secondo tipologie parareligiose, invece di affinarsi ed elevarsi in una fede nel trascendente o, nei non credenti, nella fiducia in qualche ideale sociologico. La teologia si è occupata di questo problema, modificando la definizione che S. Tommaso aveva dato della religiosità come “ la virtù per cui viene reso a Dio il culto dovuto” (per questo veniva giudicato “religioso” chi partecipava, almeno materialmente, al culto), nella risposta libera e cosciente dell’uomo alla chiamata di Dio (conseguentemente sono divenute importanti le motivazioni che determinano tale risposta). Sono interessanti le indicazioni pastorali della Costituzione conciliare “Gaudium et spes” al n. 21.
4. Attenzioni Pastorali. Un’attenzione particolare deve essere rivolta alla religiosità popolare per modificarla gradatamente e con grande sensibilità pedagogica in coscienza cristiana (cf.Evangelii nuntiandi, n. 48.
Tratto da
Barghiglioni E. e M.-Meddi L., Adulti nella comunità cristiana. Guida alla preparazione di itinerari per l’evangelizzazione, la crescita nella fede e la mistagogia della vita cristiana, Paoline, Milano 2008
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