Un “catecumenato crismale” (=CCr) deve fare precise scelte di pratiche formative. Ne indico alcune avvertendo che esse vanno approfondite adeguatamente.
1. si deve collocare il CCr. dentro la storia della propria comunità: dentro la
trasformazione esistenza e le azioni di salvezza che essa riesce a realizzare. Non in
parrocchia, ma dentro la vita di una comunità.
2. Un CCr. dentro esperienze di vita cristiana. Non dentro una classe, ma dentro o in collegamento con gruppi di credenti che vivono e danno testimonianza: ci sono molte esperienza di carismi e di servizi, con essi e attraverso di esse si realizza un cammino di crescita nella fede. Le diverse realtà diocesane e i centri pastorali hanno un ruolo decisivo!
3. Dentro un percorso di autocomprensione. Il CCr. Non è solo azione della chiesa verso le nuove generazioni, ma anche percorso di umanizzazione. Occorre quindi un itinerario che faccia comprendere se stessi a se stessi.
4. Dentro un percorso di confronto tra vangelo e vita. Una metodologia antropologica ed esperienziale.
5. Dentro una proposta di testimonianza verso il territorio sperimentando e guarendo concretamente le proprie emozioni interiori.
6. forme e momenti per il catecumenato crismale