Ripensare l’orizzonte iniziatico della pastorale

catechesiLo Spirito della missione. Ripensare l’orizzonte iniziatico della pastorale, «Catechesi», 87 (2018) 4, 29-44

Il titolo di questa riflessione è volutamente ambiguo. Esso riprende una espressione analoga proposta da B. De Marchi[1] in un saggio recente che a nostro parere riassume bene la complessa ma illuminante prospettiva della missione nella luce dello Spirito di Dio nel mondo[2]. Scopo è mostrare l’opportunità di ripensare l’agire pastorale e catechetico nella prospettiva pneumatica ovvero nella prospettiva del sostegno ecclesiale ai dinamismi spirituali della persona come risposta all’agire di Dio nella storia[3].

Questa prospettiva pare utile per riflettere ancora sulla pastorale di iniziazione cristiana (IC), uno dei cardini del rinnovamento missionario della pastorale; rinnovamento che sembra tardi a dare i suoi frutti perché a nostro avviso ci si è troppo velocemente lasciati attrarre dalla prospettiva catecumenale senza avere sufficientemente riflettuto sulla prospettiva iniziatica o, come sempre più sembra emergere, la prospettiva generativa. Ma non sarà possibile utilizzare pienamente la categoria generativa se in un primo momento non viene separata dalla responsabilità ecclesiale per ricomprenderla – appunto – dentro la missione dello Spirito. Cioè in una prospettiva mistica[4].

Tuttavia per recuperare la dimensione mistica della salvezza è necessario andare oltre la comprensione del rapporto natura-Grazia come è stato compreso a partire dal primato liturgico-sacramentale centrato sul Mistero Pasquale. Se il Mistero Pasquale venisse ricompreso oltre la prospettiva tridentina e se si pensasse come attestazione simbolica (rituale) della missione trinitaria, allora avremmo una prospettiva iniziatica che non si limita ad assicurare in modo oggettivo ed esteriore il processo di trasformazione interiore, ma sarebbe incentrata sulla progressione spirituale o mistica della risposta di fede. Prospettiva dell’oggettivo che a livello di pedagogia cristiana rimane il problema fondamentale della crisi pastorale. D’altra parte è intuito da tutti che se non si risolve la questione iniziatica non potremo avere comunità adulte, soggetto della missione locale e testimoni autentiche del Vangelo.

Introduzione
1. Iniziazioni sempre più difficili
1.1. La difficoltà iniziatica in occidente tra abbandoni e non accettazioni
1.2. Dalla iniziazione attività alla pastorale iniziatica
2. Dio continuamente inizia
2.1. La missione è di Dio
2.2. La lettura cristologico-trinitaria della missione
2.3. La riconsiderazione pneumatica del processo missionario
3. Iniziazione e Spirito. La dimensione spirituale della formazione cristiana
3.1. Dio evangelizza-inizia attraverso la coscienza della persona.
3.2. La fede come conversione (opzione o atteggiamento fondamentale)
4. Un necessario nuovo rapporto tra iniziazione, liturgia e mistica

[1] B. de Marchi, The Holy Spirit, Artist of God’s Kingdom Spirit and Mission, in «Urbaniana University Journal» 67 (2014) 1, 93-138.

[2] Citazione indiretta di un’opera molto contestata ma alla lunga decisiva di K. Rahner: Geist in Welt: zur Metaphysik der endlichen Erkenntnis bei Thomas von Aquin, Innsbruck, Rauch 1939 (tr. it. 1989); testo ripresentato in forma più divulgativa in K. Rahner, Uditori della Parola, Borla, Roma 1977 (1941); testo che terremo molto presente in questa riflessione.

[3] Crediamo di sviluppare ulteriormente le riflessioni già apparse su questa rivista: L. Meddi, Catechesi missionaria. Analisi di una definizione in Europa, in «Catechesi» 87 (2018) 1, 29-41.

[4] V. M. Fernández, La forza salvifica della mistica. Liberazione spirituale per tutti, Cinisello B., San Paolo 2018.

 

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