Avvento di speranza

 

Meddi L., Avvento di speranza © Settimana 2008, 42, 1.16

Se vogliamo aiutare le comunità cristiane a celebrare autenticamente e in modo davvero missionario il periodo liturgico dell’avvento dobbiamo avere il coraggio di dire a noi stessi che non comprendiamo più cosa significa sperare.

Nella prima domenica dell’avvento entriamo nel tempo liturgico dell’attesa. Ma non sappiamo più che cosa veramente attendere! Non sarà facile cogliere questa occasione per una predicazione che apra veramente i cuori al ritorno glorioso di Cristo, che non risulti un “già sentito”, che non venga ascoltato con le categorie religiose definite una volta per sempre. Eppure la rinnovata liturgia che il Vaticano II ci ha donato ci offre numerosi strumenti per cogliere il centro della novità che Cristo ho portato in e per la storia: la comunità è chiamata a desiderare (attendere) che in ogni tempo giunga il compimento della invocazione “venga il tuo regno” (Mt. 6,10).

Certo sarà necessario un ascolto attento delle scritture e della tradizione della
Chiesa. Certo sarà necessario un confronto serrato con le altre sapienze che il mondo creato da Dio, attraverso le forme culturali, genera in ogni epoca. Ma è appunto questo il compito della omelia. È proprio questo il compito di una comunità fatta profezia dall’azione dello Spirito mediante i segni sacramentali.

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