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Una pastorale attiva della fede

pastorale.fedePraticare la fede. Dalla pastorale in contesto di fede alla pastorale per la conversione alla fede. Per una pastorale dinamica.

Intervento Al Seminario organizzato dall’Ufficio Nazionale per la Cooperazione delle Chiese . Missio e il Cum di  Verona a Santiago del Cile per i Missionari Italiani.

Mi è stato affidato un intervento di natura teologico pastorale  e possiamo dire che il tema in fondo  è una lettura pastorale della fede, una riflessione pastorale sulla fede. Il punto di origine di questo intervento nasce  dalla presa di coscienza  che anche nella pastorale missionaria molto spesso  l’azione missionaria  nasce o da una base di fede già acquisita o da una base di religiosità già presente  nella gente, nelle culture, popoli che si incontrano. E quindi quasi indirettamente si entra in un modello di pastorale della fede che presuppone la fede stessa e che di conseguenza si organizza per rendere più forte, rinvigorire  rinnovare, rinsaldare, mettere in pratica… quasi a dire che si continua il modello delle missioni popolari dopo il Concilio di Trento. Questa realtà, questa base  in realtà quasi oramai è del tutto scomparsa. Si tratta quindi di impostare una pastorale della fede che abbia cioè non come punto di partenza la fede ma come punto di arrivo. Nella mia riflessione ho articolato questo in tre passaggi.

1_Pastorale della fede che viene annunciata; 2_pastorale della fede che viene accolta, assimilata, interiorizzata; 3_ pastorale della fede che diventa agire da cristiani nella realtà quotidiana

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Alleanza educativa nei contesti di vita

Intervento  al convegno pastorale della diocesi di Conversano-Monopoli

Venerdi 26 ottobre 2012

La chiesa italiana ci invita ad assumere una responsabilità verso gli esiti dei processi di socializzazione ed educazione che sono descritti come
incapaci di dare alle nuove generazioni (=NG) opportunità di vera realizzazione,
di felicità e di aiutarle ad aprirsi al mistero di Dio nella prospettiva della vita cristiana. Ci invita a impegnarci per eliminare il “l’ospite inquietante” (Galimberti, 2007) che blocca le NG: la incapacità di progettare se stessi.

La Alleanza Educativa è motivata dalla natura del processo di apprendimento.
Lo sviluppo umano infatti avviene nella relazione con molte persone e contesti e tutti influiscono in modo significativo. Inoltre risponde alla società contemporanea che è abituata a vivere nella libertà. Ma è anche come attuazione del Vaticano II che considera tutta la comunità, ministeri e i carismi, soggetto corresponsabile della missione ecclesiale. …

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La responsabilità dell’annuncio

Intervento alla 10ª Settimana nazionale di formazione e spiritualità missionaria
Loreto, 30 agosto 2012

Annunciare è il compito della chiesa. Nel nostro tempo abbiamo bisogno di di ripensare questo compito dal punto di vista dei soggetti, delle pratiche e dei messaggi.

Come descrivere il compito dell’annuncio? L’annuncio è una componente essenziale della esperienza religiosa ebraico-cristiana. in forma sintetica «significa» proclamazione di una promessa di futuro attribuita alla volontà ed azione divina. È una promessa di liberazione del popolo sia dalla schiavitù di Egitto che dalla deportazione in Babilonia.

Ma è anche promessa di liberazione personale: dalle ingiustizie subite dalle singole persone; dal male che incombe; dalla violenza subita; dalla umiliazione, dalla paura della morte. La speranza si radica nella teologia profonda del popolo di Israele che crede in Jahvè: colui che ti sta davanti e ti precede con braccio teso. La dinamica dell’annuncio-promessa include anche due elementi dinamici.

La promessa si attua attraverso un mediatore, un inviato speciale da parte di Dio, chiamato a farsi vicino e ripristinare l’ordine o volontà divina. Di volta in volta questo inviato assume caratteristiche particolari in ordine alla sua missione: liberatore, legislatore, sacerdote, profeta, consolatore…Ma più in generare, quotidianamente, l’annuncio e la promessa seguono la dinamica fondamentale della alleanza: la liberazione continua attraverso l’osservanza della Legge da parte della comunità.

Per l’AT l’annuncio fondamentale è quindi il Decalogo che permette il passaggio continuo dal caos delle origini, al cosmos della creazione; ma anche dalla cultura di morte di Abram alla cultura della vita del Dio di Abraham. La Pasqua è il simbolo rituale di questa promessa. Nel NT si continua nello stesso schema, ma al Decalogo si sostituisce la predicazione messianica di Gesù e soprattutto il Discorso del Monte che, anche nei simboli del racconto, è costruito come nuova rivelazione divina. Alla Pasqua ebraica si sostituisce la celebrazione della Pasqua o memoriale di Gesù.

indice slides

  1. Il compito dell’annuncio
  2. È oggi caratterizzato da alcuni scenari
  3. Che chiedono un ripensamento del kerigma
  4. E delle pratiche comunicative
  5. In una nuova «pastorale di annuncio»

Educare nella comunità cristiana e co-educarsi come comunità

Riflessione teologico-pastorale fondamentale
Intervento al convegno diocesano di Benevento 18 giugno 2012

La chiesa evangelizza per quello che è.  Questa affermazione di Paolo VI ha davvero molti significati. Significa che il soggetto, il  contenuto ma anche la via della missione è quello che vive.

Significa che nella chiesa i doni escatologici sono sempre presenti, ma che la decisione e la crescita nel vangelo è legata alla organizzazione e alla qualità della vita comunitaria (Y. Congar). Questo sembra valere soprattutto in riferimento alla formazione dei battezzati.

Per essere crocevia delle istanze educative si dovrà verificare la “qualità” formativa della comunità ovvero a quali condizioni una comunità ecclesiale diventa “educante”.

La riflessione dovrà essere condotta a più livelli. È un tema Sociologico perché si sono trasformate le forme di apprendimento e appartenenze sociali che ormai si coniugano con la questione della democraticità, partecipazione, gestione e controllo sociale della cultura. in buona sostanza è il crisi il rapporto di autorità e le forme di esercizio del potere.

È tema teologico perché è in gioco è la ricomprensione della rivelazione, del tradere e del ruolo del magistero. Infatti la cultura del destinarlo entra nel gioco della interpretazione e non solo della comprensione della fede. Chiede una ricomprensione della mission della chiesa  in rapporto ai bisogni culturali di oggi; alle forme che la leadership in ordine alla sua carismaticità, alle decisioni, distribuzione dei compiti, sistemi di controllo.

Ma anche un tema pastorale per la responsabilità che ha la catechesi  nella comunità cristiana. La formula iniziazione e formazione in parrocchia è insufficiente perché viene interpretata come “attività che si svolge (=è ospitata) in parrocchia.  Si tratta invece di inserire la formazione cristiana dentro esperienze di comunità …

Temi

1. Nuova Evangelizzazione e crisi formativa ecclesiale
2. Pratiche riconosciute. Oltre il modello tridentino
3. Quale comunità genera e fa crescere la fede? Ripensare la missione
4. Comunità che educano: le pratiche e attività formative
5. Comunità scopo della formazione e della pastorale tutta
Per approfondire


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