Papa Francesco e la missione\1

Alcune tentazioni contro il discepolato missionario

Questa impostazione missiologica\missionaria può essere impedita o rallentata – così continua la riflessione di Papa Francesco – da alcune letture o paradigmi missionari che egli chiama «tentazioni». Sembra, quindi, continuare quel livello della azione missionaria che fin dall’inizio ha definito « missione paradigmatica» e che per questo ci appare come una introduzione teologico-missionaria. Egli è sensibile a tre riduzioni missionarie.

Nella prima riflette sulla tentazione della ideologizzazione del messaggio evangelico che consiste nel «cercare un’ermeneutica di interpretazione evangelica al di fuori dello stesso messaggio del Vangelo e al di fuori della Chiesa». Afferma che anche Aparecida soffrì questa tentazione. Egli dice che attualmente nell’America Latina e nei Caraibi appaiono proposte di questa indole. Ne indica alcune:

a) Il riduzionismo socializzante. …pretesa interpretativa in base a una ermeneutica secondo le scienze sociali.

b) L’ideologizzazione psicologica. Si tratta di un’ermeneutica elitaria che, in definitiva, riduce l’”incontro con Gesù Cristo” e il suo ulteriore sviluppo, a una dinamica di autoconoscenza. Si è soliti fornirla principalmente in corsi di spiritualità, ritiri spirituali, ecc. Finisce col risultare un atteggiamento immanente autoreferenziale. Non sa di trascendenza e, pertanto, di missionarietà.

c) La proposta gnostica. E’ solita verificarsi in gruppi di élites con una proposta di spiritualità superiore, abbastanza disincarnata, che finisce con l’approdare in atteggiamenti pastorali di “quaestiones disputatae”.

d) La proposta pelagiana. Appare fondamentalmente sotto forma di restaurazione. Davanti ai mali della Chiesa si cerca una soluzione solo disciplinare… In America Latina, si verifica in piccoli gruppi, in alcune nuove Congregazioni Religiose, in tendenze alla “sicurezza” dottrinale o disciplinare.

Il cuore di questa richiesta di attenzione è radicato – mi sembra – nell’affermazione di Paolo ai Corinti (1Cor. 1,17): «Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma a predicare il vangelo; non però con un discorso sapiente, perché non venga resa vana la croce di Cristo». Affermazione teologico-missionaria che è stata ripresa dal Sinodo Straordinario (D,4) dove si descrive la missione della chiesa nel mondo (aggiornamento, inculturazione, dialogo con le religioni non cristiane e con i non credenti, opzione preferenziale per i poveri e promozione umana) avendo come criterio autentico di inculturazione quello che tiene in conto della vera theologia crucis. Con J.B. Metz[9] possiamo dire che il messaggio autentico è quello che legge l’esistenza personale e sociale con la memoria della passione Jesu.

La secondo tentazione è descritta come Il funzionalismo. La sua azione nella Chiesa è paralizzante. Più che con la realtà del cammino, si entusiasma con «la tabella di marcia del cammino». La concezione funzionalista non tollera il mistero, va alla efficacia.

Infine richiama la tentazione del clericalismo. Una tentazione molto attuale nell’America. «Nella maggioranza dei casi, si tratta di una complicità peccatrice: il parroco clericalizza e il laico gli chiede per favore che lo clericalizzi, perché in fondo gli risulta più comodo. …. La proposta dei gruppi biblici, delle comunità ecclesiali di base e dei Consigli pastorali vanno nella linea del superamento del clericalismo e di una crescita della responsabilità laicale».

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