La missione a partire dall’altro. Indicazioni pastorali

Meddi L., Imparare a farsi stranieri. La missione a partire dall’altro. Indicazioni pastorali, in Aa.Vv., Vangelo e itineranza cristiana. Contributi della 7a Settimana Nazionale di Formazione e Spiritualità Missionaria. Assisi 27 agosto-1 settembre 2010, Missio, Roma 2010, 49-64

Imparare a farsi stranieri significa accettare la sfida di percorsi plurali, di incomprensioni, di necessità di avere una mappa dentro la quale muoversi, dentro la quale far interagire la missione.

Certamente, nell’affrontare questo tema, io ho molte precomprensioni, che non posso qui esplicitare. Teniamo presente che questo tema si può interpretare a partire da molti punti di vista: il concetto di missione, la pratica di missione, come leggiamo l’idea di salvezza, il contesto di servizio: se sto in un gruppo di animazione o sto direttamente in un luogo missionario o sto rievangelizzando in Italia.

Questo intervento è un contributo ad un tema che è ancora molto aperto. Alcune cose si sono fatte chiare, altre non lo sono, non lo saranno forse per ancora diversi decenni. Pian piano la cristianità, la Chiesa, la missione chiariranno il nuovo paradigma verso cui stiamo andando.

Mi è sembrato utile raggruppare le mie riflessioni attorno a quattro interessi: ho voluto chiarire il tema; ho voluto collocarlo all’interno dell’evoluzione che abbiamo negli ultimi cento/centocinquanta anni del modo di fare la missione; ho messo a tema alcuni aspetti del pellegrinaggio, del farsi straniero, dell’itineranza nella pratica della missione; e infine ho approfondito l’ultima parte del titolo: imparare a farsi stranieri.

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