Grandi Parole: Vita

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1. Destinatari. Questo tema riguarda in modo particolare gli itinerari destinati alla Mistagogia, alla Comunità Profetica e agli Operatori pastorali.

2. Dimensione biblica. Nell’Antico Testamento, gli elementi caratteristici della vita sono il respiro, il sangue, la mobilità. Per l’ebreo la vita è il massimo bene, malgrado la sua brevità. Il giungere alla vecchiaia è una particolare benedizione (Gb 42,17). Dopo il peccato, la vita sana e piena non è più la vita reale, il dolore e la morte la rendono faticosa, ma anche così la vita è sempre dono di Dio e ha come scopo l’adesione a Lui nell’adempimento della legge (Dt 4,1; Ger 2,13). La vita che trascende la morte appare nei confronti dei giusti (2Mac 7,23; Sap 3,1).

Nel Nuovo Testamento la principale novità risiede nel fatto che la vita è Cristo (Gv 14,6). Per amore verso il Padre e verso i suoi amici Egli “dà la vita” (Gv 10,11-15), ma la riprende con la risurrezione. Il senso della vita si allarga in quanto indica pure la vita eterna; nei confronti di questa, la vita terrena viene relativizzata (Mt 16,25). Per il cristiano ormai la sua vita è nascosta con Cristo in Dio (Col 3,3). La risurrezione finale è il trionfo definitivo della vita sulla morte (Ap 21,4; 20,14) in quanto Dio sarà tutto in tutti (1Cor 15,28).

3. La tradizione della chiesa. I primi pensatori cristiani vedono la vita alla luce del rapporto dell’uomo con Dio. Agostino si pone il tema della vita beata quando l’uomo aderisce al progetto di Dio. Tommaso trascende le categorie aristoteliche e vede l’anima umana, come unica forma del corpo, che comunica ad esso la vita e l’essere. Il dualismo cartesiano ipotizza concezioni della vita unilaterali, come pura materia o puro spirito. I documenti del Concilio Vaticano II esaminano il problema della vita soprattutto nella Costituzione Gaudium et Spes dichiarando che spetta ai laici iscrivere la legge divina nella vita terrena, testimoniando sia l’una che l’altra nell’ambiente sociale (GS 43); l’uomo deve proteggere la vita proprio perché ha il diritto di generarla, considerando pure che essa non è limitata a questo tempo e che Dio solo è padrone della vita (GS 51,52); bisogna altresì tener conto della vita del prossimo, anche perché è necessario poter condurre una vita veramente umana che consenta una responsabilità nella società (GS 26,27,28,29,31). La Costituzione Lumen Gentium ci ricorda che è lo Spirito che dà la vita (LG 4) e che la vita di Cristo è diffusa nel Corpo Mistico che è poi tutto il popolo (LG 7).

4. Attenzioni pastorali. Il pensiero moderno della Chiesa ha ricondotto ad una unità della vita materiale con quella spirituale riavvicinandosi alla concezione biblica dell’uomo come “corpo animato” superando perciò i dualismi e il concetto del corpo come scoria e sede del male. Ciò porta ad un’attenzione sulla vita globale dell’uomo che non si limita alla salvezza dell’anima, ma si estende alla salute del corpo. Per cui l’azione pastorale dovrà estendersi:

a) All’inizio della vita, riconnettendosi alla tutela e all’aiuto alla maternità, nonché alla protezione dell’infanzia, riconoscendola portatrice di diritti inviolabili, riconosciuti dalla stessa società civile. b) Nel corso del suo sviluppo, in quanto nell’età giovanile il valore della vita va esaltato nel rispetto degli altri e nella sistematica denuncia della violenza. Andrà inoltre garantita una crescita continua e armonica della persona. c) Nell’età matura in cui gli adulti dovranno assumere in pieno le proprie responsabilità e quindi essere maturi e preparati al loro fondamentale compito. d) Nel declino della vita che va difeso da una concezione che valorizza solo l’efficienza fisica, considerando che non è solo un problema di assistenza, ma di genialità nell’individuare e proporre nuovi interessi di cui tutta la società può beneficiare.

Tratto da

Barghiglioni E. e M.-Meddi L., Adulti nella comunità cristiana. Guida alla preparazione di itinerari per l’evangelizzazione, la crescita nella fede e la mistagogia della vita cristiana, Paoline, Milano 2008

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