Category Archives: sinodo 2012
Missione e Nuova evangelizzazione
L’Ufficio per la Cooperazione tra le Chiese, Missio e il Cum (Centro Unitario Missionario), tutte realtà di animazione della Cei, hanno dato vita a Verona ad un seminario di aggiornamento per i direttori dei centri missionari, membri di istituti missionari e formatori degli agenti della missione[1].
Nella sua introduzione il direttore, mons. Gianni Cesena, ha indicato la finalità dell’incontro affermando che la celebrazione del Sinodo “la nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana” ha offerto l’occasione per un ripensamento dello stretto legame che unisce NE con la teologia e la pratica missionaria.
Giulio Albanese, giornalista missionario, ha narrato la sua partecipazione al Sinodo mettendone in evidenza i punti di forza. Luca Pandolfi, antropologo culturale, ha studiato come il Sinodo ha delineato e valutato la situazione della religione nei contesti contemporanei.
Alfonso Raimo, ha ricostruito l’evoluzione dei compiti della missione e ha ricordato i vantaggi derivati alla missione dalla introduzione della prospettiva della Missio Dei. Luca Moscatelli, dell’Ufficio per la pastorale missionaria di Milano e consulente della stessa Missio, ha indagato l’idea di evangelizzazione “nuova” a partire dalla redazione dei testi NT. Carmelo Dotolo ha sviluppato un possibile profilo teologico della NE. Con queste premesse Luciano Meddi, catecheta e pastoralista, ha potuto dare ragione della necessità di riqualificare le pratiche missionarie.
[1] 30 novembre e 1 dicembre; cf. una presentazione del convegno in http://www.missioitalia.it/
Sintesi del messaggio delle propositiones\ parte terza
Sintesi – parte terza
Il presente testo è una sintesi lineare – il più rispettosa possibile – delle prime due parti del testo. Puoi leggere qui il documento intero
4) Agenti/Partecipanti della nuova evangelizzazione, nn. 41-56
La Chiesa particolare è il soggetto della nuova evangelizzazione. Per le prime comunità cristiane, la comunione era un elemento costitutivo della vita di fede e necessaria per l’evangelizzazione La Chiesa permette a ciascuno dei suoi membri di essere consapevoli della loro responsabilità di essere come lievito nella pasta. (N. 41).
Essa deve animare e condurre una rinnovata attività pastorale in grado di integrare la varietà dei carismi, ministeri, stati di vita e di risorse (attività pastorale integrata). Tutte queste realtà devono essere coordinate all’interno di un progetto organico missionario, capace di comunicare la pienezza della vita cristiana a tutti, specialmente a coloro che si sentono lontani dalla cura della Chiesa. Tale sforzo deve nascere dal dialogo e la cooperazione di tutti i componenti diocesani, tra cui: le parrocchie, le piccole comunità cristiane, comunità educative, comunità di vita consacrata, associazioni, movimenti e singoli fedeli. Ogni programma pastorale deve trasmettere la vera novità del Vangelo, ed essere incentrato su un incontro personale e vivo con Gesù. (N. 42)
Nella diocesi le diverse realtà carismatiche riconoscere l’autorità del vescovo come parte integrante della propria azione proprio nel servizio della missione ecclesiale. Il Vescovo ha la responsabilità di “giudicare la genuinità di questi doni e guidare il loro uso comune” (Lumen gentium, 12). Gli studi devono essere intraprese a livello sia diocesani e interdiocesani per vedere come sia i doni carismatici e gerarchiche sono in grado di cooperare per l’azione pastorale e nella vita spirituale della Chiesa. Dal Concilio Vaticano II, la nuova evangelizzazione ha tratto grande beneficio dal dinamismo dei nuovi movimenti ecclesiali e nuove comunità. Il loro ideale di santità e di unità è stata la fonte di molte vocazioni e notevoli iniziative missionarie. (N.43).
La parrocchia, in e attraverso tutte le sue attività, deve animare i suoi membri a diventare agenti della nuova evangelizzazione, testimonianza sia attraverso le loro parole e le loro vite. . Il Sinodo incoraggia pertanto visite parrocchiali alle famiglie come un modo di rinnovamento della parrocchia. A volte accade che la parrocchia è visto solo come un luogo per eventi importanti o anche come un centro turistico. Lungo la stessa linea, “agenti pastorali” in ospedali, centri giovanili, le fabbriche, prigioni, ecc La Chiesa dovrebbe, infatti, essere presenti in tali luoghi, dal momento che Cristo ha mostrato la sua preferenza per le persone che si trovano.
La vocazione e la missione propria dei fedeli laici è la trasformazione delle strutture del mondo, per lasciare che tutto il comportamento umano e le attività di essere informato dal Vangelo. Questo è il motivo per cui è così importante per guidare i laici cristiani in un’intima conoscenza di Cristo, al fine di formare la loro coscienza morale attraverso la loro vita in Cristo. Il Concilio Vaticano II individua quattro aspetti principali della missione dei battezzati: la testimonianza della loro vita, le opere di carità e di misericordia, rinnovare l’ordine temporale e l’evangelizzazione diretta (cfr Lumen gentium, Apostolicam actuositatem). In questo modo, essi saranno in grado di dare testimonianza di una vita veramente coerente con la loro fede cristiana, come singole persone e come comunità. I laici cooperano all’opera della Chiesa di evangelizzazione, come testimoni e al tempo stesso strumenti vivi che condividono la sua missione salvifica (cfr Ad gentes, 41). (N. 41)
La Chiesa apprezza la pari dignità delle donne e degli uomini nella società, come fatti a immagine di Dio, e nella Chiesa in base alla loro comune vocazione di battezzati in Cristo, ha riconosciuto le capacità specifiche delle donne, come la loro attenzione verso gli altri ei loro doni per nutrire e compassione, soprattutto nella loro vocazione di madre, attraverso la loro dedizione alla trasmissione della vita in famiglia. Il Sinodo riconosce che oggi, le donne (laici e religiosi) insieme con gli uomini contribuire alla riflessione teologica a tutti i livelli e condividere le responsabilità pastorali in modo nuovo, in modo da portare avanti la nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede (n. 46)
Questo Sinodo ritiene che sia necessario istituire centri di formazione per la nuova evangelizzazione, in cui i laici imparare a parlare della persona di Cristo in maniera convincente adatte ai nostri tempi e per gruppi specifici di persone (giovani, agnostici, gli anziani e così via).
Il cristocentrismo trinitario (cfr Direttorio generale della catechesi, 98-100) è il criterio più essenziale e fondamentale per la presentazione del messaggio evangelico in tutti e tre i momenti di evangelizzazione, sia per primo annuncio, la catechesi e la formazione permanente (cfr. GDC, 60 -72). Tutto l’insegnamento e le risorse devono essere valutati in questa luce. (N. 47)
Fondata dal sacramento del matrimonio, della famiglia cristiana come Chiesa domestica è il luogo e il primo agente nel dono della vita e dell’amore, la trasmissione della fede e la formazione della persona umana secondo i valori del Vangelo. Allo stesso tempo, la Nuova Evangelizzazione deve cercare di tener conto dei notevoli problemi pastorali in tutto il matrimonio, il caso dei divorziati risposati. La Chiesa con cura materna e spirito evangelico deve cercare le risposte adeguate per queste situazioni, come un aspetto importante della nuova evangelizzazione. E ‘necessario educare le persone su come vivere la sessualità umana secondo l’antropologia cristiana, sia prima del matrimonio e nel matrimonio stesso. (N. 48).
I Padri sinodali incoraggiano i vescovi e sacerdoti per conoscere la vita delle persone che servono in un modo più personale, con testimoni credibili. La formazione permanente per il clero sulla nuova evangelizzazione e metodi di evangelizzazione nella diocesi e parrocchia sono necessari al fine di imparare mezzi efficaci per mobilitare i laici a impegnarsi nella nuova evangelizzazione. Proponiamo tuttavia che grazie e l’incoraggiamento da dare al fedele servizio di tanti sacerdoti e che gli orientamenti pastorali da dare alle Chiese particolari su un piano pastorale presbiterale che è sistematica e organizzata, in grado di supportare l’autentico rinnovamento della vita e del ministero del sacerdoti, che sono i primi artefici della nuova evangelizzazione (cfr Pastores dabo vobis, 2). In modo che i sacerdoti siano adeguatamente preparati per il lavoro della Nuova Evangelizzazione, il Sinodo auspica che nella loro formazione, si ha cura di formare in una spiritualità profonda, solida dottrina, la capacità di comunicare nella catechesi e la consapevolezza dei moderni fenomeni culturali a programmi di formazione umana, spirituale, intellettuale e pastorale nell’ars celebrandi, in omiletica e nella celebrazione del sacramento della Riconciliazione, tutte le parti molto importanti della Nuova Evangelizzazione. (N. 49)
Il Sinodo chiede a tutti i religiosi e le religiose ei membri degli Istituti Secolari a vivere la loro identità di persone consacrate radicalmente e con gioia. La vita consacrata, pienamente evangelica ed evangelizzatrice, in profonda comunione con i Pastori della Chiesa e nella corresponsabilità con i laici, fedeli ai rispettivi carismi, offrirà un contributo significativo per la Nuova Evangelizzazione, di essere pienamente a disposizione per andare alla frontiere geografiche, sociali e culturali di evangelizzazione. Il Sinodo invita i religiosi a muoversi verso la nuova areopaghi della missione. (N. 50).
I giovani non sono solo il futuro ma anche il presente (e il regalo) nella Chiesa. Essi non sono solo i destinatari, ma anche agenti di evangelizzazione, in particolare con i loro coetanei. Attraverso esemplari adulti cristiani, i santi, in particolare i giovani santi, e attraverso i giovani impegnati ministri, la Chiesa è visibile e credibile per i giovani. Ovunque si trovino, a casa, a scuola o nella comunità cristiana, è necessario che evangelizzatori incontrare i giovani e di trascorrere del tempo con loro, proporre loro e li accompagnano nella sequela di Gesù, li guida a scoprire la loro vocazione nella vita e nella la Chiesa. Come i media influenzano notevolmente il fisico, emotivo, mentale e spirituale, il benessere dei giovani, la Chiesa attraverso la catechesi e la pastorale giovanile si sforza di attivare e fornire gli strumenti per discernere tra il bene e il male, di scegliere i valori del Vangelo sui valori mondani, e di formare ferme convinzioni di fede. (N. 51).
Pur confermando l’identità cattolica e la comunione, la nuova evangelizzazione promuove la collaborazione ecumenica, il che dimostra quanto la fede data nel Battesimo ci unisce. (n. 52)
Il dialogo con tutti i credenti deve continuare. Esso dipende sempre dalla formazione adeguata degli interlocutori, dal loro fondamento ecclesiale autentico come cristiani e dall’atteggiamento di rispetto per la coscienza delle persone e per la libertà religiosa di tutti. (n. 53).
Il dialogo tra scienza e fede è un campo vitale per la nuova evangelizzazione. Da un lato, il dialogo richiede l’apertura della ragione al mistero che la trascende e la consapevolezza dei limiti fondamentali della conoscenza scientifica. D’altra parte, si richiede anche una fede che è aperta alla ragione e ai risultati della ricerca scientifica. (n. 54)
Le comunità ecclesiali aprono una sorta di Cortile dei Gentili, dove credenti e non credenti possono dialogare su temi fondamentali. Questo dialogo è diretto in particolare a “coloro per i quali la religione è una cosa estranea, ai quali Dio è sconosciuto e che, tuttavia, non vorrebbero rimanere semplicemente senza Dio, ma avvicinarlo almeno come Sconosciuto”. In un modo particolare, le istituzioni educative cattoliche potrebbero promuovere tale dialogo che non è mai separato dalla “proclamazione iniziale”. (n.55).
La gestione responsabile del creato serve anche l’evangelizzazione in molti modi. (n.56).
(3. fine)
© Luciano Meddi
Il presente testo è una sintesi lineare – il più rispettosa possibile – delle prime due parti del testo. Puoi leggere qui il documento intero
Sintesi del messaggio delle propositiones parte terza
Sintesi – parte terza
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4) Agenti/Partecipanti della nuova evangelizzazione, nn. 41-56
La Chiesa particolare è il soggetto della nuova evangelizzazione. Per le prime comunità cristiane, la comunione era un elemento costitutivo della vita di fede e necessaria per l’evangelizzazione La Chiesa permette a ciascuno dei suoi membri di essere consapevoli della loro responsabilità di essere come lievito nella pasta. (N. 41).
Essa deve animare e condurre una rinnovata attività pastorale in grado di integrare la varietà dei carismi, ministeri, stati di vita e di risorse (attività pastorale integrata). Tutte queste realtà devono essere coordinate all’interno di un progetto organico missionario, capace di comunicare la pienezza della vita cristiana a tutti, specialmente a coloro che si sentono lontani dalla cura della Chiesa. Tale sforzo deve nascere dal dialogo e la cooperazione di tutti i componenti diocesani, tra cui: le parrocchie, le piccole comunità cristiane, comunità educative, comunità di vita consacrata, associazioni, movimenti e singoli fedeli. Ogni programma pastorale deve trasmettere la vera novità del Vangelo, ed essere incentrato su un incontro personale e vivo con Gesù. (N. 42)
Nella diocesi le diverse realtà carismatiche riconoscere l’autorità del vescovo come parte integrante della propria azione proprio nel servizio della missione ecclesiale. Il Vescovo ha la responsabilità di “giudicare la genuinità di questi doni e guidare il loro uso comune” (Lumen gentium, 12). Gli studi devono essere intraprese a livello sia diocesani e interdiocesani per vedere come sia i doni carismatici e gerarchiche sono in grado di cooperare per l’azione pastorale e nella vita spirituale della Chiesa. Dal Concilio Vaticano II, la nuova evangelizzazione ha tratto grande beneficio dal dinamismo dei nuovi movimenti ecclesiali e nuove comunità. Il loro ideale di santità e di unità è stata la fonte di molte vocazioni e notevoli iniziative missionarie. (N.43).
La parrocchia, in e attraverso tutte le sue attività, deve animare i suoi membri a diventare agenti della nuova evangelizzazione, testimonianza sia attraverso le loro parole e le loro vite. . Il Sinodo incoraggia pertanto visite parrocchiali alle famiglie come un modo di rinnovamento della parrocchia. A volte accade che la parrocchia è visto solo come un luogo per eventi importanti o anche come un centro turistico. Lungo la stessa linea, “agenti pastorali” in ospedali, centri giovanili, le fabbriche, prigioni, ecc La Chiesa dovrebbe, infatti, essere presenti in tali luoghi, dal momento che Cristo ha mostrato la sua preferenza per le persone che si trovano.
La vocazione e la missione propria dei fedeli laici è la trasformazione delle strutture del mondo, per lasciare che tutto il comportamento umano e le attività di essere informato dal Vangelo. Questo è il motivo per cui è così importante per guidare i laici cristiani in un’intima conoscenza di Cristo, al fine di formare la loro coscienza morale attraverso la loro vita in Cristo. Il Concilio Vaticano II individua quattro aspetti principali della missione dei battezzati: la testimonianza della loro vita, le opere di carità e di misericordia, rinnovare l’ordine temporale e l’evangelizzazione diretta (cfr Lumen gentium, Apostolicam actuositatem). In questo modo, essi saranno in grado di dare testimonianza di una vita veramente coerente con la loro fede cristiana, come singole persone e come comunità. I laici cooperano all’opera della Chiesa di evangelizzazione, come testimoni e al tempo stesso strumenti vivi che condividono la sua missione salvifica (cfr Ad gentes, 41). (N. 41)
La Chiesa apprezza la pari dignità delle donne e degli uomini nella società, come fatti a immagine di Dio, e nella Chiesa in base alla loro comune vocazione di battezzati in Cristo, ha riconosciuto le capacità specifiche delle donne, come la loro attenzione verso gli altri ei loro doni per nutrire e compassione, soprattutto nella loro vocazione di madre, attraverso la loro dedizione alla trasmissione della vita in famiglia. Il Sinodo riconosce che oggi, le donne (laici e religiosi) insieme con gli uomini contribuire alla riflessione teologica a tutti i livelli e condividere le responsabilità pastorali in modo nuovo, in modo da portare avanti la nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede (n. 46)
Questo Sinodo ritiene che sia necessario istituire centri di formazione per la nuova evangelizzazione, in cui i laici imparare a parlare della persona di Cristo in maniera convincente adatte ai nostri tempi e per gruppi specifici di persone (giovani, agnostici, gli anziani e così via).
Il cristocentrismo trinitario (cfr Direttorio generale della catechesi, 98-100) è il criterio più essenziale e fondamentale per la presentazione del messaggio evangelico in tutti e tre i momenti di evangelizzazione, sia per primo annuncio, la catechesi e la formazione permanente (cfr. GDC, 60 -72). Tutto l’insegnamento e le risorse devono essere valutati in questa luce. (N. 47)
Fondata dal sacramento del matrimonio, della famiglia cristiana come Chiesa domestica è il luogo e il primo agente nel dono della vita e dell’amore, la trasmissione della fede e la formazione della persona umana secondo i valori del Vangelo. Allo stesso tempo, la Nuova Evangelizzazione deve cercare di tener conto dei notevoli problemi pastorali in tutto il matrimonio, il caso dei divorziati risposati. La Chiesa con cura materna e spirito evangelico deve cercare le risposte adeguate per queste situazioni, come un aspetto importante della nuova evangelizzazione. E ‘necessario educare le persone su come vivere la sessualità umana secondo l’antropologia cristiana, sia prima del matrimonio e nel matrimonio stesso. (N. 48).
I Padri sinodali incoraggiano i vescovi e sacerdoti per conoscere la vita delle persone che servono in un modo più personale, con testimoni credibili. La formazione permanente per il clero sulla nuova evangelizzazione e metodi di evangelizzazione nella diocesi e parrocchia sono necessari al fine di imparare mezzi efficaci per mobilitare i laici a impegnarsi nella nuova evangelizzazione. Proponiamo tuttavia che grazie e l’incoraggiamento da dare al fedele servizio di tanti sacerdoti e che gli orientamenti pastorali da dare alle Chiese particolari su un piano pastorale presbiterale che è sistematica e organizzata, in grado di supportare l’autentico rinnovamento della vita e del ministero del sacerdoti, che sono i primi artefici della nuova evangelizzazione (cfr Pastores dabo vobis, 2). In modo che i sacerdoti siano adeguatamente preparati per il lavoro della Nuova Evangelizzazione, il Sinodo auspica che nella loro formazione, si ha cura di formare in una spiritualità profonda, solida dottrina, la capacità di comunicare nella catechesi e la consapevolezza dei moderni fenomeni culturali a programmi di formazione umana, spirituale, intellettuale e pastorale nell’ars celebrandi, in omiletica e nella celebrazione del sacramento della Riconciliazione, tutte le parti molto importanti della Nuova Evangelizzazione. (N. 49)
Il Sinodo chiede a tutti i religiosi e le religiose ei membri degli Istituti Secolari a vivere la loro identità di persone consacrate radicalmente e con gioia. La vita consacrata, pienamente evangelica ed evangelizzatrice, in profonda comunione con i Pastori della Chiesa e nella corresponsabilità con i laici, fedeli ai rispettivi carismi, offrirà un contributo significativo per la Nuova Evangelizzazione, di essere pienamente a disposizione per andare alla frontiere geografiche, sociali e culturali di evangelizzazione. Il Sinodo invita i religiosi a muoversi verso la nuova areopaghi della missione. (N. 50).
I giovani non sono solo il futuro ma anche il presente (e il regalo) nella Chiesa. Essi non sono solo i destinatari, ma anche agenti di evangelizzazione, in particolare con i loro coetanei. Attraverso esemplari adulti cristiani, i santi, in particolare i giovani santi, e attraverso i giovani impegnati ministri, la Chiesa è visibile e credibile per i giovani. Ovunque si trovino, a casa, a scuola o nella comunità cristiana, è necessario che evangelizzatori incontrare i giovani e di trascorrere del tempo con loro, proporre loro e li accompagnano nella sequela di Gesù, li guida a scoprire la loro vocazione nella vita e nella la Chiesa. Come i media influenzano notevolmente il fisico, emotivo, mentale e spirituale, il benessere dei giovani, la Chiesa attraverso la catechesi e la pastorale giovanile si sforza di attivare e fornire gli strumenti per discernere tra il bene e il male, di scegliere i valori del Vangelo sui valori mondani, e di formare ferme convinzioni di fede. (N. 51).
Pur confermando l’identità cattolica e la comunione, la nuova evangelizzazione promuove la collaborazione ecumenica, il che dimostra quanto la fede data nel Battesimo ci unisce. (n. 52)
Il dialogo con tutti i credenti deve continuare. Esso dipende sempre dalla formazione adeguata degli interlocutori, dal loro fondamento ecclesiale autentico come cristiani e dall’atteggiamento di rispetto per la coscienza delle persone e per la libertà religiosa di tutti. (n. 53).
Il dialogo tra scienza e fede è un campo vitale per la nuova evangelizzazione. Da un lato, il dialogo richiede l’apertura della ragione al mistero che la trascende e la consapevolezza dei limiti fondamentali della conoscenza scientifica. D’altra parte, si richiede anche una fede che è aperta alla ragione e ai risultati della ricerca scientifica. (n. 54)
Le comunità ecclesiali aprono una sorta di Cortile dei Gentili, dove credenti e non credenti possono dialogare su temi fondamentali. Questo dialogo è diretto in particolare a “coloro per i quali la religione è una cosa estranea, ai quali Dio è sconosciuto e che, tuttavia, non vorrebbero rimanere semplicemente senza Dio, ma avvicinarlo almeno come Sconosciuto”. In un modo particolare, le istituzioni educative cattoliche potrebbero promuovere tale dialogo che non è mai separato dalla “proclamazione iniziale”. (n.55).
La gestione responsabile del creato serve anche l’evangelizzazione in molti modi. (n.56).
(3. fine)
© Luciano Meddi
Il presente testo è una sintesi lineare – il più rispettosa possibile – delle prime due parti del testo. Puoi leggere qui il documento intero
Sintesi del messaggio delle propositiones parte seconda
Sintesi – parte seconda
Il presente testo è una sintesi lineare – il più rispettosa possibile – delle prime due parti del testo. Puoi leggere qui il documento intero
3) Risposte pastorali alla situazione attuale, nn. 26-40
La parrocchia continua ad essere la prima presenza della Chiesa lo strumento della vita cristiana perché capace di offrire delle opportunità per il dialogo tra gli uomini, per ascoltare ed annunciare la Parola di Dio, per una catechesi organica, per una formazione alla carità, per preghiera ed adorazione e celebrazioni eucaristiche gioiose. La parrocchia deve rinnovarsi nella linea di una maggiore enfasi sull’evangelizzazione che potrebbe includere missioni parrocchiali, dei programmi di rinnovamento delle parrocchie e dei ritiri parrocchiali. Le prepositiones indicano la presenza e l’azione evangelizzatrice di associazioni, movimenti e di altre realtà ecclesiastiche come utili stimoli per la realizzazione di questa conversione pastorale. Le parrocchie, come le realtà ecclesiali tradizionali e nuove, sono chiamate a rendere visibili la comunione della Chiesa particolare riunita attorno al vescovo. La NE richiede che tutte le parrocchie e le loro piccole comunità dovrebbero essere delle cellule viventi, dei luoghi per promuovere l’incontro personale e comunitario con Cristo, per sperimentare la ricchezza della liturgia, per dare una formazione cristiana iniziale e permanente, e per educare tutti i fedeli in fraternità e carità specialmente verso i poveri (n. 26).
L’educazione è una dimensione costitutiva dell’evangelizzazione. Proclamare Gesù Cristo risorto, è accompagnare tutti gli esseri umani nella loro storia personale, nel loro sviluppo e nella loro vocazione spirituale. L’educazione deve, allo stesso tempo, promuovere tutto quello che è vero, buono e bello che fa parte della persona umana, vale a dire, educare lo spirito e le emozioni ad apprezzare la realtà. I bambini, gli adolescenti e i giovani hanno il diritto di essere evangelizzati ed educati. Per questo le scuole (?) devono assistere le famiglie e offrire una grande opportunità di trasmettere la fede o almeno di farla conoscere. Si invitano le nostre istituzioni ad essere agenti di evangelizzazione e non solo dei prodotti di evangelizzazione; gli insegnanti ad abbracciare la leadership; a facilitare la corresponsabilità dei laici. (n. 27)
Non si può parlare di nuova evangelizzazione se la catechesi degli adulti è inesistente, frammentata, debole o trascurata. Le tappe e i livelli del catecumenato della Chiesa mostrano come, sul piano biblico, catechetico, spirituale e liturgico, la storia di una persona e il suo cammino di fede possono essere intesi come una vocazione attraverso la sua relazione con Dio (cfr. Evangelii nuntiandi, 18; Instrumentum laboris, 92). Il carattere pubblico della decisione di fede ha un impatto positivo su tutti i fedeli. (n.28)
Una buona catechesi è essenziale per la nuova evangelizzazione. Tutti i catechisti, che sono allo stesso tempo evangelizzatori, devono essere ben preparati. La testimonianza personale della fede è di per sé una forma potente di catechesi. Il Catechismo della Chiesa Cattolica e il suo Compendio sono, anzitutto, una risorsa per l’insegnamento della fede le Conferenze episcopali hanno la possibilità di chiedere alla Santa Sede l’istituzione del ministero di catechista.(n.29)
La teologia scientifica ha il suo proprio luogo nell’università, dove deve fare un dialogo tra la fede e le altre discipline e il mondo secolare. I teologi sono chiamati a compiere questo servizio come parte della missione salvifica della Chiesa
È necessario che loro pensano e sentano con la Chiesa (sentire cum Ecclesia). Sia considerata una dimensione integrale della missione di ogni facoltà teologica e che un dipartimento di Studi sulla nuova evangelizzazione venga istituito nelle università cattoliche. (n. 30)
Amore di Dio e amore del prossimo si fondono insieme. Oggi ci sono nuovi poveri e nuove forme di povertà perché l’attuale crisi economica colpisce seriamente i poveri. L’opzione preferenziale per i poveri ci spinge ad andare a cercare i poveri e a lavorare per loro affinché possano sentirsi a casa nella Chiesa. Loro sono sia destinatari che attori della nuova evangelizzazione (n. 31)
il mistero pasquale getta luce sulla sofferenza della gente che può trovare nella Croce di Cristo comprensione ed accettazione del mistero di sofferenza che dà speranza nella vita a venire; i malati sono protagonisti assai importanti della nuova evangelizzazione; quando costruiamo nuovi ospedali di fare in modo che non manchi mai un ambiente di conforto e di sostegno, e un luogo di preghiera. (n. 32)
Il sacramento della penitenza e della riconciliazione è un luogo privilegiato per ricevere la misericordia di Dio e il perdono; luogo di guarigione sia personale che comunitaria dove lui o lei sperimenta un apprezzamento più profondo di se stesso o di se stessa. In ogni diocesi, ci deve essere almeno un luogo dedicato in modo speciale e permanente alla celebrazione di questo sacramento e in ogni comunità parrocchiale un tempo appropriato deve essere riservato ad ascoltare le confessioni. La fedeltà alle regole specifiche che regolano l’amministrazione di questo sacramento è necessaria (n.33).
L’Eucaristia deve essere la sorgente e il culmine in essa le vite sono trasformate ed unite a Cristo che offre la sua propria vita alla gloria di Dio Padre, per la salvezza di tutto il mondo; la domenica deve essere recuperata per la nuova evangelizzazione con il suo carattere sacro e speciale legato alla messa domenicale, deve essere il centro della vita cattolica. La partecipazione piena, consapevole ed attiva alla liturgia da parte della comunità intera ne è lo scopo. L’anno liturgico con le sue feste deve essere accompagnato da un vero programma di evangelizzazione, soprattutto a Natale e a Pasqua (n.34).
Attraverso la sacra liturgia Dio desidera manifestare la bellezza incomparabile del suo amore incommensurabile ed incessante per noi, e noi, da parte nostra, desideriamo offrire ciò che è più bello nella nostra adorazione di Dio in risposta al suo dono. Non è solo un’azione umana ma un incontro con Dio che conduce alla contemplazione e all’amicizia profonda con Dio. È la migliore scuola della fede L’evangelizzazione nella Chiesa richiede una liturgia che elevi il cuore degli uomini e delle donne verso Dio (n. 35).
Nella prospettiva della NE le diocesi sono invitate a riconsiderare il ruolo del sacramento della confermazione. Attraverso la confermazione, tutti i battezzati ricevono la pienezza dello Spirito Santo, i suoi carismi, e il potere di dare testimonianza al Vangelo apertamente e con coraggio. E ‘importante che la catechesi mistagogica accompagni la grazia dell’adozione filiale, ricevuta nel Battesimo. Perciò la catechesi sistematica e adeguata prima della ricezione di questi sacramenti è di primaria importanza. (n.37). n si mantiene il carattere di confermazione
L’iniziazione cristiana è un elemento cruciale; è il mezzo attraverso il quale la Chiesa, come madre, produce figli e rigenera se stessa. Proponiamo pertanto che il processo tradizionale di iniziazione cristiana, che è spesso diventano semplicemente una preparazione prossima ai sacramenti, sia ovunque considerato in una prospettiva catecumenale, dando più importanza alla mistagogia permanente, e diventando così vera iniziazione alla vita cristiana attraverso i sacramenti. (Cfr. Direttorio Generale della Catechesi, 91). In questa prospettiva non è senza conseguenze che la situazione attuale relativa ai tre sacramenti dell’iniziazione cristiana; quanto ha scritto Benedetto XVI diventi uno stimolo per diocesi e conferenze episcopali a rivedere le proprie pratiche di iniziazione cristiana: “In concreto, è necessario verificare quale prassi consente meglio ai fedeli di mettere il sacramento della Eucaristia al centro, come l’obiettivo di tutto il processo di apertura “(Sacramentum caritatis, 18). (n. 38).
La pietà popolare è un vero e proprio luogo di incontro con Cristo e in questo momento è un’occasione quanto mai promettente per la conversione e la crescita della fede. È importante, pertanto, che sia sviluppato un progetto pastorale (n.39).
Il Sinodo chiede che il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione porti avanti la discussione sinodale in ulteriori studi e nello sviluppo e nella promozione della Nuova Evangelizzazione. (n.40)
(2. segue)
© Luciano Meddi
Il presente testo è una sintesi lineare – il più rispettosa possibile – delle prime due parti del testo. Puoi leggere qui il documento intero