Category Archives: ridire la fede

Già in libreria!

L. Meddi, Il Primo Annuncio. Questione di narrazioni e racconti, Elledici, Torino 2019

Il testo  offre al lettore una presentazione sintetica ma esauriente di un problema pastorale e catechistico oggi molto discusso: quello del Primo Annuncio (PA). Il volumetto si sviluppa in sette capitoli, a partire dalla considerazione critica dell’attuale azione evangelizzatrice sviluppata in Italia (cap. 1). Al miglioramento di quanto si opera pastoralmente sul piano dell’annuncio giova un richiamo al fondamento teologico dell’attività evangelizzatrice della Chiesa (cap. 2) e l’esplicitazione dei termini in gioco nel processo evangelizzatore (evangelizzazione, kerygma e PA, cap. 3). Sul fondamento di queste basi si sviluppa la proposta dell’autore, incentrata sulla categoria di narrazione del Mistero Pasquale (capp. 4-6); categoria che può trovare esplicitazione attraverso diversi filoni, da valorizzare in funzione dei diversi referenti del PA.

Un uso affrettato e non riflesso dell’espressione Primo Annuncio genera l’attuale situazione di semplificazione missionaria di tutto il processo di Evangelizzazione-azione. L’Evangelizzazione infatti è compito ecclesiale che si realizza e porta il suo frutto rispettando tutte le sue dimensioni: testimonianza, dialogo culturale, condivisione dello sviluppo umano… Soprattutto che essa, l’Evangelizzazione della Chiesa, segue e non precede quella di Dio-Trinità.

Introduzione
1. Tornare ad evangelizzare. Un rinnovato impegno
Il recupero della Evangelizzazione
Dalla Chiesa del Vangelo alla Chiesa delle verità
Quali annunci circolano in Italia?
Per approfondire
2. Dio evangelizza tutto il giorno
Le evangelizzazioni trinitarie
Evangelizzare è il desiderio di Dio.
Evangelizzazione come Rivelazione
L’uomo, unico uditore che desidera e interpreta l’annuncio
Per approfondire
3. Evangelizzazione, Kerygma e primo annuncio
Evangelizzazione, Kerygma e Primo annuncio
Kerygma questione difficile
Tornare al Gesù storico: necessità, possibilità e rischi
Evangelizzazione come inculturazione
Per approfondire
4. Narrare e raccontare. Per una pastorale Kerygmatica
Praticare l’Evangelizzazione
Narrazione e racconto: il senso della vita nella biografia di ciascuno
Far tornare la scrittura per illuminare la vita quotidiana
La sintassi Kerygmatica
Per approfondire
5. La narrazione cristiana al tempo della fine dei grandi racconti
La crisi del cristianesimo come progressiva incomprensione culturale
Rivincita di Dio o progressiva non significazione del racconto cristiano?
Narrazione e linguaggio religioso
Per approfondire
6. È necessaria una nuova narrazione del Mistero Pasquale
Morto per i nostri peccati. Fine di un primato narrativo
Conseguenze pastorali e qualità della missione
Il mistero della fede tra storia e interpretazione
Liberare la narrazione redentiva
Per approfondire
7. Nuove narrazioni della proposta cristiana
Tu sei mio figlio. La narrazione messianica
La narrazione
Conseguenze pastorali e qualità della missione
Ricevete lo Spirito Santo. La narrazione spirituale
La narrazione
Conseguenze pastorali e qualità della missione
Effonderò il mio Spirito su ogni creatura. La narrazione psico-Spirituale
La narrazione
Conseguenze pastorali e qualità della missione
L’uomo perfetto. La narrazione secolare e a-religiosa
La narrazione
Conseguenze pastorali e qualità della missione
Per approfondire
Bilancio finale

 

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Annunciare la vita eterna

Annunciare la vita eterna. Prospettiva pastorale.
Intervento di don Luciano Meddi al Convegno del Centro Volontari della Sofferenza e Lega Sacerdotale Mariana «Credo la vita eterna, vita risorta». Roma 23 gennaio 2018

 

 

Introduzione

La sociologia religiosa ci fa sapere che esiste un elevato livello di incertezza sul destino finale. Questo vale anche per il campione dei “cattolici dichiarati”; anche nei praticanti gli incerti o non credenti sono il 40%, cioè quasi la metà di chi partecipa ad una liturgia (A. Castegnaro, Gli uomini d’oggi credono ancora nella vita eterna?, «CredereOggi », (2009) 172,5, 6-18).  Le possibili Interpretazioni:  una perdita irreparabile? Una secolarizzazione totale? Oppure una risorsa per l’annuncio? Una semplice ricerca su Google immagini, ma anche una ricerca su Amazon e lo stesso YouTube, ci aiuta a comprendere la pluralità delle interpretazioni.

Un dato culturale

Ma nella cultura il tema della vita eterna non sta scomparendo, si sta trasformando. Nella simbolica esso sta assumendo diverse interpretazioni: la ricerca della vita dell’eterno in noi e nel cosmo; il mistero del dono di Cristo; la vocazione all’unione universale; l’invocazione della presenza di Dio e del dono della sua energia… una ricerca interpretativa sempre presente nella chiesa, come ci ricorda l’immagine dell’incontro tra Dio e l’uomo di Michelangelo  

Le possibili Interpretazioni

Fine del cristianesimo? Fine del linguaggio religioso «pre-scientifico»? Anche il magistero riconosce la necessità di ricomprendere il messaggio racchiuso nel XII articolo del credo apostolico: la situazione attuale è segno della necessità di un linguaggio nuovo per i «novissimi» (L.F. Ladaria; J.Ratzinger-Benedetto XVI; Papa Francesco).

Questo apre la porta alla possibilità di una interpretazione teologica più profonda e all’allargamento dei significati. Ne segnalo almeno tre: la Vita eterna come contenuto del «credo nello Spirito santo» nella interpretazione di Giovanni (spostare il XII articolo del credo?); La vita eterna come segreto della esistenza umana (principio divino in noi); Vita eterna per la rilettura dell’economia sacramentale; Vita eterna come vocazione e destino finale: la comunione con Dio

Il cuore di questo ampliamento è la duplice possibile collocazione di Art. XII «credo la vita eterna»: ri-collegato all’Art. VIII «credo nello Spirito santo» e separato da «credo la risurrezione della carne» di Art. XI

Il compito missionario è annunciare il vangelo in un modo nuovo

Francesco, Discorso del Santo Padre all’Associazione teologica italiana, vatican.va 29 dicembre 2017

Nel 2017 l’Associazione Teologica Italiana ha compiuto mezzo secolo…. È degno di nota il fatto che l’Associazione Teologica Italiana sia nata, come recita il primo articolo del vostro Statuto, «nello spirito di servizio e di comunione indicato dal Concilio Ecumenico Vaticano II».

La Chiesa deve sempre riferirsi a quell’evento [vaticano II], con il quale ha avuto inizio «una nuova tappa dell’evangelizzazione» (Bolla Misericordiae vultus, 4) e con cui essa si è assunta la responsabilità di annunciare il Vangelo in un modo nuovo, più consono a un mondo e a una cultura profondamente mutati. È evidente come quello sforzo chieda alla Chiesa tutta, e ai teologi in particolare, di essere recepito all’insegna di una “fedeltà creativa”: nella consapevolezza che in questi 50 anni sono avvenuti ulteriori mutamenti e nella fiducia che il Vangelo possa continuare a toccare anche le donne e gli uomini di oggi….

C’è un senso delle realtà della fede che appartiene a tutto il popolo di Dio, anche di quanti non hanno particolari mezzi intellettuali per esprimerlo, e che chiede di essere intercettato e ascoltato – penso al famoso infallibile in credendo: dobbiamo andare spesso lì – e ci sono persone anche molto semplici che sanno aguzzare gli “occhi della fede”.

E’ un’esigenza della piena umanità degli stessi credenti, anzitutto, perché il nostro credere sia pienamente umano e non sfugga alla sete di coscienza e di comprensione, la più profonda e ampia possibile, di ciò che crediamo. Ed è un’esigenza della comunicazione della fede, perché appaia sempre e dovunque che essa non solo non mutila ciò che è umano, ma si presenta sempre quale appello alla libertà delle persone.

È soprattutto nel desiderio e nella prospettiva di una Chiesa in uscita missionaria che il ministero teologico risulta, in questo frangente storico, particolarmente importante e urgente. Infatti, una Chiesa che si ripensa così si preoccupa, come ho detto nella Evangelii gaudium, di rendere evidente alle donne e agli uomini quale sia il centro e il nucleo fondamentale del Vangelo, ovvero «la bellezza dell’amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto» (n. 36).

Un tale compito di essenzialità, nell’epoca della complessità e di uno sviluppo scientifico e tecnico senza precedenti e in una cultura che è stata permeata, nel passato, dal cristianesimo ma nella quale possono oggi serpeggiare visioni distorte del cuore stesso del Vangelo, rende infatti indispensabile un grande lavoro teologico. Perché la Chiesa possa continuare a fare udire il centro del Vangelo alle donne e agli uomini di oggi, perché il Vangelo raggiunga davvero le persone nella loro singolarità e affinché permei la società in tutte le sue dimensioni, è imprescindibile il compito della teologia, con il suo sforzo di ripensare i grandi temi della fede cristiana all’interno di una cultura profondamente mutata.

C’è bisogno di una teologia che aiuti tutti i cristiani ad annunciare e mostrare, soprattutto, il volto salvifico di Dio, il Dio misericordioso, specie al cospetto di alcune inedite sfide che coinvolgono oggi l’umano: come quella della crisi ecologica, dello sviluppo delle neuroscienze o delle tecniche che possono modificare l’uomo; come quella delle sempre più grandi disuguaglianze sociali o delle migrazioni di interi popoli; come quella del relativismo teorico ma anche di quello pratico. E c’è bisogno, per questo, di una teologia che, come è nella migliore tradizione dell’Associazione Teologica Italiana, sia fatta da cristiane e cristiani che non pensino di parlare solo tra loro, ma sappiano di essere a servizio delle diverse Chiese e della Chiesa; e che si assumano anche il compito di ripensare la Chiesa perché sia conforme al Vangelo che deve annunciare.

leggi tutto il discorso
sito associazione teologica italiana
sito società italiana ricerca teologica

Riforma e Bibbia via della NE in Europa (e nel mondo)

Intervista a Papa francesco. In occasione del viaggio apostolico in Svezia. 

Oltre a spiegare le modalità della visita e il suo significato, Francesco parla della sfida spirituale per le Chiese «invecchiate»; dell’importanza dell’inquietudine in società segnate dal benessere. A proposito del dialogo ecumenico sottolinea l’importanza di «camminare insieme» per «non restare chiusi in prospettive rigide, perchè in queste non c’è possibilità di riforma».

“Nei dialoghi ecumenici le differenti comunità dovrebbero provare ad arricchirsi reciprocamente con il meglio delle loro tradizioni.

Che cosa la Chiesa cattolica potrebbe imparare dalla tradizione luterana? Mi vengono in mente due parole: «riforma» e «Scrittura».

Cerco di spiegarmi. La prima è la parola «riforma». All’inizio quello di Lutero era un gesto di riforma in un momento difficile per la Chiesa. Lutero voleva porre un rimedio a una situazione complessa. Poi questo gesto — anche a causa di situazioni politiche, pensiamo anche al cuius regio eius religio — è diventato uno «stato» di separazione, e non un «processo» di riforma di tutta la Chiesa, che invece è fondamentale, perché la Chiesa è semper reformanda. La seconda parola è «Scrittura», la Parola di Dio. Lutero ha fatto un grande passo per mettere la Parola di Dio nelle mani del popolo. Riforma e Scrittura sono le due cose fondamentali che possiamo approfondire guardando alla tradizione luterana. Mi vengono in mente adesso le Congregazioni Generali prima del Conclave e quanto la richiesta di una riforma sia stata viva e presente nelle nostre discussioni”

«Non si può essere cattolici e settari»: così Papa Francesco alla vigilia del viaggio apostolico in Svezia, il 31 ottobre 2016, per partecipare alla commemorazione ecumenica dei 500 anni della Riforma luterana. In una lunga intervista concessa a p. Ulf Jonsson, direttore della rivista dei gesuiti svedesi Signum, insieme al direttore de La Civiltà Cattolica, p. Antonio Spadaro, il Pontefice ha parlato, tra gli altri argomenti, delle sue amicizie con luterani già da ragazzo e poi ai tempi del suo ministero episcopale.

download del testo ITA e EN qui

Approfondimenti sulla Evangelizzazione in Europa:

S. Noceti, Riforma e inculturazione della Chiesa in Europa. Un annuncio da ricomprendere, una figura di Chiesa da ripensare, un “caso serio” da affrontare,in A. Spadaro-C.M. Galli (Edd.), La riforma e le riforme della Chiesa, Queriniana, Brescia 2016, 504-520.

L. Meddi, Compiti e Pratiche di Nuova Evangelizzazione, in C.Dotolo-L.Meddi, Evangelizzare la vita cristiana. Teologia e Pratiche di Nuova Evangelizzazione, Cittadella, Assisi 2012, 79-150

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