Category Archives: parrocchia missionaria

La ministerialità nella chiesa

La ministerialità nella chiesa di Melfi-Rapolla-Venosa. Prospettive future. intervento di don Luciano MEDDI al convegno diocesano di Melfi-Rapolla-Venosa, 21 giugno

Papa Francesco seguendo il cammino della chiesa post-conciliare ricorda che il compito missionario della chiesa è quello di essere comunità di credenti che si mettono al servizio del Vangelo per testimoniare l’amore di Dio e collaborare alla trasformazione del mondo (EG 24). Questa finalità ha bisogno di rafforzare (empowering) la dimensione ministeriale, sia come teologia sia come pratiche pastorali. La chiesa di Melfi-Rapolla-Venosa guidata dal vescovo, seguendo la strategia pastorale della chiesa italiana dopo Verona (2007) propone una rinnovata «pastorale dei ministeri» che permettano alla comunità tutta di esprimere la sua vocazione seguendo i cinque ambiti di servizio missionario.

Sono aree di ministerialità che vanno dalla logica amministrativa propria della riforma di Trento a quella di animazione e responsabilità della evangelizzazione. Le 5 aree di ministerialità si riferiscono alla evangelizzazione. Evangelizzare è: umanizzare, annunciare il progetto di Gesù, proporre la fede in Lui, invitare a collaborare nella chiesa.

È una «missione» che ha bisogno di specifiche ministerialità, con carismi e competenze specifiche. Un dinamismo che «ci farà crescere nella comunione e nella capacità di promuovere nelle nostre comunità ecclesiali la ministerialità e la corresponsabilità» (C. Fanelli, Vivere riconciliati per essere testimoni credibili del Vangelo, Melfi 2019, II,3). In questa prospettiva questa relazione propone di approfondire 6 passaggi.

 

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La missione rilegge la ministerialità
Ministerialità e ministeri per la missione
Per una chiesa in uscita una ministerialità rinnovata
Grandi Parole: Corresponsabilità e ministerialità

I fondamenti della missione. Vie di rinnovamento pastorale

I fondamenti della missione.
Nuove vie di annuncio di una Chiesa in uscita.
Intervento al Corso intensivo di Pastorale Missionaria.
Diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, 5-6 marzo

lo sviluppo della idea di missione della chiesa.

All’inizio del XX secolo la Chiesa cattolica aveva una idea di missione centrata sul compito di portare a tutti la redenzione attraverso il battesimo (Benedetto XV, Maximum illud, 1919); questa missione si realizza con la predicazione e i sacramenti; il soggetto principale è il missionario.

Il pensiero missionario del Vaticano II si è sviluppato in tre passaggi. Ad gentes (=AG) ne rappresenta il momento di sintesi ma anche di rilancio. Nei primi anni del post-concilio i commentatori mettevano in rilievo il collegamento tra AG e Sacrosanctum concilium e Lumen gentium (prima fase, 1964). In questo contesto si sviluppano due concetti importanti: il contenuto della missione è portare a tutti il dono della redenzione e del Mistero Pasquale; ma anche l’intuizione che per la missione è molto utile la comprensione delle ricchezze culturali e religiose dei diversi popoli.

In una seconda fase questa prima intuizione si arricchisce della riflessione di Dei verbum (1965): la rivelazione di Dio ci manifesta il desiderio di farci entrare nella comunione con Lui stesso donandoci la sua forza vitale. Un desiderio che avviene nella storia e per la storia; un desiderio che si manifesta pienamente nella vita di Gesù Cristo (DV 2). La chiesa, quindi, annuncio e rende visibile questo desiderio.

Ma a partire dal Sinodo Straordinario del 1985 gli autori riconoscono che nel Vaticano II c’è una terza riflessione missionaria: quella legata maggiormente al rapporto tra AG e Gaudium et spes (1965), senza peraltro dimenticare i fondamenti teologici di LG. In questa terza riflessione troviamo due principi orientativi: la missione della chiesa ha lo scopo di condividere il cammino di umanizzazione degli uomini; inoltre che: il principio spirituale che umanizza (trasforma) il cuore delle persone è già presente nel mondo. Lo Spirito già agisce nel mondo. La missione aiuta i due processi di umanizzazione: la promozione umana e la guarigione del cuore (Nostra aetate, 1965).

Questi principi portarono a utilizzare più la parola evangelizzazione (annuncio di una proposta intermezzante e risolutiva). In questa stagione, dopo il Vaticano II, stagione troviamo l’importante riflessione sulla evangelizzazione come processo integrale proprio di Evangelii Nuntiandi (Paolo VI 1975). In questi ultimi anni, infine gli accenti sono posti nel rapporto tra AG e Dignitatis Humanae e Nostra aetate. Non si deve dimenticare, inoltre, l’influsso missionario che ebbe il rinnovamento della iniziazione cristiana, l’ Ordo initiationis christianae adultorum (1972).

1. Dio-trinità sempre in azione!
1.1. lo sviluppo della idea di missione della chiesa.
1.2. la visione d’insieme
1.3. il «mandato» missionario

2. la azione missionaria della chiesa
2.1. Contesti, ambiti e vie della missione
2.2. le azioni missionarie
2.3. Le pratiche missionarie

Per approfondire

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Comunità parrocchiale in Missione

Comunità parrocchiale e Missione. Intervento al convegno diocesano di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti. Lunedi 1 ottobre 2018.

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Comunità parrocchiale in Missione

Comunità parrocchiale e Missione. Intervento al convegno diocesano di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti. Lunedi 1 ottobre 2018.

Siamo tutti consapevoli che la chiesa deve cambiare alcuni aspetti dell’organizzazione della sua vita se vuole aiutare il vangelo a diffondersi nella nostra cultura. Si intende riassumere questa nuova situazione con la frase “tornare a essere missionari”. Il rapporto tra missione e parrocchia si realizza in molti modi. tra questi c’è la convinzione che il tradizionale modo di formare i cristiani non sia più adeguato. soprattutto non sia adeguato il momento iniziale, quello dedicato all’accoglienza del desiderio di essere discepoli di cristo. Questo momento viene chiamato iniziazione.

A quasi 15 anni dalla pubblicazione di “il volto missionario della parrocchia in un mondo che cambia” si sente forte il bisogno di riflettere ancora sulla necessità di ripensare la pastorale in termini di conversione missionaria. Come ci ricorda EG 24: pastorale per una chiesa in uscita.

La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano,

Il recupero del termine “missione” nella riflessione della Chiesa italiana nasce nella seconda metà degli anni ’80. A distanza di tempo si sente ancora il bisogno di chiarire, tuttavia, cosa intendere con tale termine. La nostra situazione non è uguale a quei Paesi, dove non si conosce Gesù Cristo. La missione non è neppure pensabile come semplice azione per il recupero di coloro che si sono allontanati. La missione, infatti, è annuncio del Regno e tale annuncio è strettamente collegato con il servizio alla promozione dell’uomo. Esistono dunque una serie di incertezze sull’uso di questo termine. Incertezze che rendono “equivoco” anche l’agire pastorale. Permane inoltre l’impressione che sarebbe più utile continuare a utilizzare il termine “evangelizzazione” per esprimere il contenuto dell’azione missionaria.

Ci troviamo di fronte a una situazione di modernità e post-modernità. In modo particolare si deve mettere in evidenza l’emergere della soggettività come fonte della decisione, ma anche dell’elaborazione del senso e dell’interpretazione dei significati. L’interpretazione del reale, poi, non avviene più come applicazione alla realtà di principi stabiliti in senso generale. La produzione di senso avviene dal “basso”, cioè appare “sensato” ciò che appare come soluzione ai problemi dell’uomo reale e si comprende a partire dalla dimensione antropologica. Iniziare, quindi, non può essere inteso come semplice azione di trasmissione dei simboli religiosi da una generazione all’altra.

 

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