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Il ritorno del DB! Orientamenti pastorali della CEI 2020

Conferenza Episcopale Italiana. Consiglio Permanente, Prima gli Orientamenti. Sessione invernale (20-22 gennaio 2020), «Il Regno», (2020) 2, 74-78.

Sono state ufficializzate le conclusioni del Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana dedicate in parte alla preparazione dei prossimi Orientamenti Pastorali per il decennio. I Vescovi hanno affrontato alcuni temi (Vivere il tempo della speranza; Condividere la gioia del Vangelo; Mediterraneo, frontiera di pace; Tutela dei minori e operatività del Servizio nazionale;
Verso la Settimana sociale di Taranto). I primi due temi riguardano l’Evangelizzazione,la Catechesi. e la Testimonianza. Sono queste le indicazioni utili per affrontare il “cambiamento di epoca” o “fine di cristianità” richiamato con forza da Papa Francesco.

In questi due paragrafi si condensano alcune scelte che condividiamo. Non appare più l’insistenza sulla riorganizzazione della iniziazione cristiana dei ragazzi. Segno questo – forse – che si prende atto delle sue ambiguità. Ma soprattutto si chiede di ritornare al Documento Base per ripensare il Primo annuncio (a cui erano già stati dedicati gli orientamenti 2001!). Il PA deve ripensare il Kerigma con itinerari formativi nuovi. A tale proposito si richiama DB 129 che chiedeva di “aiutare i fedeli a interpretare i segni dei tempi alla luce del Vangelo”. Questa impostazione, presente in “Annuncio e Catechesi per la vita cristiana”, 2010, n. 15, era stata marginalizzata nei successivi e attuali orientamenti “Incontriamo Gesù” (2014).

 

Ecco alcuni passaggi significativi:

Vivere il tempo della speranza. 

  • Questo è il tempo della speranza. Su un terreno fertile il nuovo deve ancora compiersi, a volte a fatica, ma, pur nelle sue criticità, questo è senz’altro il tempo della speranza.
  • Il richiamo a riscoprire «la centralità della Parola» e «l’appartenenza alla Parola»: è il fulcro del Documento di base (Il rinnovamento della catechesi) pubblicato cinquant’anni fa – il 2 febbraio 1970 – sotto la spinta del concilio Vaticano II…
  • La sinodalità, che può assumere varie declinazioni e modalità attuative – è stato ribadito –, è la strada da percorrere…
  • L’analisi dei vescovi ha dato voce, poi, alle domande che salgono dai territori: sono domande di opportunità per i giovani, …. Ancora, sono domande di conoscenza di questo momento storico, fortemente caratterizzato dalla rivoluzione digitale, che influenza anche il modo di pensare.
  • Al riguardo, i vescovi hanno chiesto di ritornare e, allo stesso tempo, ripensare il kerygma (primo annuncio) con scelte pastorali e itinerari formativi nuovi che potrebbero avere un ritorno positivo sugli stili di vita. «È compito della catechesi – si legge nel Documento di base – aiutare i fedeli a interpretare i segni dei tempi alla luce del Vangelo, in modo adatto a ciascuna generazione, così che essi possano rispondere ai perenni interrogativi dell’uomo» (n. 129).
  • Ritornano le parole del santo padre… «Quella che stiamo vivendo non è semplicemente un’epoca di cambiamenti, ma è un cambiamento di epoca….il Consiglio permanente ha sottolineato il valore antropologico del mutamento in atto, con la richiesta conseguente di un impegno maggiore a sentirsi portatori della speranza evangelica di fronte alle grandi sfide….
    I vescovi sono convinti che, nonostante tutto, nella coscienza individuale di non poche persone sia in atto una nuova fioritura spirituale;…
  • È essenziale non puntare tanto sul piano organizzativo quanto sulla testimonianza, proponendo anche la riscoperta di figure profetiche della storia ecclesiale e sociale del paese.

Condividere la gioia del Vangelo

  • Per comprendere meglio e realizzare tale vocazione, i vescovi intendono «intercettare» attese e sfide che oggi interpellano il paese riguardo alla «buona notizia» della gioia offerta agli uomini in Cristo…
  • vogliono poi accostare l’annuncio con la parola e con la vita, testimoniando la gioia della fraternità; infine, intendono essere collaboratori della gioia di tutti. …
  • Alla base c’è un’esperienza di Chiesa che sul territorio si fa comunità di prossimità, luogo di crescita spirituale, capace di intercettare le domande di senso che abitano il cuore di ciascuno…. I vescovi hanno sottolineato anche il cammino compiuto dalla Chiesa in Italia dal dopo-Concilio a oggi, con l’invito a «riprenderne il filo» e a «rivalorizzarne le tappe».
  • Gli Orientamenti – è stato detto – ruotino attorno ad alcune scelte prioritarie, con sinteticità e incisività. Soprattutto, è decisivo l’uso di un linguaggio narrativo, che tenga conto dei destinatari del documento.
  • È necessario poi trovare strumenti e metodi per «graffiare» la realtà, coinvolgere maggiormente laici e religiosi e offrire prospettive comuni che sostengano il cammino delle diocesi, con l’offerta di proposte e percorsi pastorali

 

Il testo del Messaggio

L. Meddi, La pratica dei segni dei\per i tempi, cuore della pastorale missionaria?, in «Catechesi», 86 (2017) 2, 15-32.
L. Meddi, Bilancio critico del rinnovamento della catechesi italiana, in «Catechetica ed Educazione», 4 (2019) 1, 91-119
Il Primo Annuncio. Questione di narrazioni e di racconti, 2019

 

 

 

 

Primo annuncio. Bilancio della ricerca

L. Meddi, Il Primo Annuncio. Questione di narrazioni e racconti, Elledici, Torino 2019

  • Si è diffusa l’idea che il problema della Nuova Evangelizzazione (NE) sia solo la modalità di presentare il messaggio cristiano. Per questo l’accento viene messo sull’annunciare, sull’ardore missionario. Il dibattito e la pratica missionaria mettono in evidenza, al contrario, che il problema è l’annuncio stesso, il suo significato.
  • Un uso affrettato e non riflesso dell’espressione Primo Annuncio genera l’attuale situazione di semplificazione missionaria di tutto il processo di Evangelizzazione-azione. L’Evangelizzazione infatti è compito ecclesiale che si realizza e porta il suo frutto rispettando tutte le sue dimensioni: testimonianza, dialogo culturale, condivisione dello sviluppo umano… Soprattutto che essa, l’Evangelizzazione della Chiesa, segue e non precede quella di Dio-Trinità.
  • L’Evangelizzazione della Chiesa inizia quando essa riconosce che il primo e vero evangelizzatore è Dio. La prima preoccupazione è Sua!, non della Chiesa. Quando interviene, la Chiesa scopre, riconosce, accoglie, rilancia, fa comprendere e serve il processo di Evangelizzazione che Dio sta realizzando dalla fondazione del mondo.
  • L’Evangelizzazione è simile alla sceneggiatura di un film. Il copione descrive le parole degli attori, ma soprattutto descrive lo sviluppo di una storia: personaggi, azioni, sentimenti, passaggi, svolte. In modo particolare descrive l’esito, la promessa, la salvezza. Il Primo Annuncio corrisponde alle parole dei protagonisti, l’esito e la promessa sono riassunte nel Kerygma. L’Evangelizzazione è la descrizione dell’insieme del processo: la sceneggiatura, il racconto o narrazione. Il suo compito è dare senso all’insieme.

Il grande racconto della fede che sembra essere in crisi riguarda il senso della Morte e Risurrezione di Gesù! È necessaria una nuova narrazione del Mistero Pasquale? Confidiamo nella riflessione di Benedetto XVI che dopo aver tentato in tutti i modi di contenere lo spirito giovanneo dell’aggiornamento, proprio su questo tema sente il bisogno di andare oltre la prospettiva della semplice ri-spiegazione della fede ed aprire profondamente al tema della inculturazione.

  • Il Primo Annuncio proprio per questo è fondamentalmente interpretazione fondamentale della fede in Gesù di Nazaret, cioè del Kerygma. Si faccia attenzione che il Kerygma è sostantivo plurale; una semplificazione nell’uso di questa parola può chiudere il cuore, invece che aprirlo all’azione di Dio.
  • La narrazione cristiana sembra essere in crisi profonda, è anch’essa uno dei grandi racconti che non interessano più gli uomini del nostro mondo occidentale. Si crede che di notte ci sia qualcuno che sistematicamente elimini il prodotto “religione” negli scaffali dei centri commerciali… Ma forse è la storia del film che non interessa più; forse la pubblicità non è convincente; forse le persone hanno cambiato esigenze e hanno altri problemi.
  • La crisi dell’annuncio è esplosa nel XIX secolo, un tempo molto difficile per la Chiesa caratterizzato dalla progressiva separazione tra religione e cultura. In verità la Chiesa non si accorse che il rifiuto non riguardava Dio ma il suo linguaggio dottrinale che impediva di rendere significativo il Vangelo; non si accorse che non era tanto la Cultura a rifiutare la Chiesa quanto essa stessa che si allontanava da lei.
  • Se la rivelazione prima di essere una proprietà della Chiesa è una azione che Dio suscita in diverse culture, allora bisogna avere il coraggio di affermare che l’importanza e la funzione principale della rivelazione scritta (la Bibbia), di cui la Chiesa è custode ed ermeneuta, sia il ruolo ri-capitolativo e non sostitutivo… Con la conseguenza che il Primo Annuncio avrà il compito di ripensare la presentazione del Mistero Pasquale in modo che includa il ministero messianico di Gesù e le altre manifestazioni dell’agire dello Spirito nel mondo. L’esperienza pastorale e la teologia del XX secolo fanno emergere nuove narrazioni, cioè interpretazioni fondamentali del Kerygma utili per la Evangelizzazione.
  • La narrazione messianica: la vocazione, la formazione nel deserto, la predicazione, la inaugurazione del regno di Dio, la costituzione di fraternità solidali con i poveri, la realizzazione di segni prodigiosi che testimoniano l’amore di Dio, la polemica con le false teologie del Tempio, fino alla provocazione dell’ingresso messianico a Gerusalemme, la scelta di donarsi totalmente alla volontà di Dio, la sua piena trasformazione e trasfigurazione nella risurrezione.
  • La narrazione spirituale permette la crescita nella vita nuova che consiste nella morte dell’io egoico. Lasciando operare lo Spirito trasformiamo l’acqua in vino, veniamo dissetati, iniziamo a rinascere perché lasciamo zampillare il suo Spirito in noi; cresciamo nella liberazione spirituale mangiando cioè nutrendoci dell’esperienza spirituale di Gesù, quella esperienza che produce risurrezione, l’acquisizione di una vista nuova sulla realtà frutto della guarigione degli occhi che è la illuminazione-rivelazione e che produce il passaggio dalla morte spirituale alla vita spirituale.
  • La narrazione psico-Spirituale entra nel cuore della persona per purificare le cattive socializzazioni anche religiose; sostenere la guarigione delle ombre spirituali e integrare tutta la vita nella prospettiva del Vangelo di Gesù. È una narrazione mistica, centrata sul processo di conversione profonda i cui punti essenziali possono essere così descritti: aiutare a conoscere il proprio stile di vita; comprenderne gli esiti vicini e futuri; confrontarli con l’esperienza di fede di Gesù; individuare il cambiamento da realizzare; inculturare le espressioni nella tradizione cristiana.
  • La narrazione secolare e a-religiosa ricorda che evangelizzare Gesù significa anzitutto presentarlo nella sua esistenza concreta e nel suo messaggio…Egli appare come “l’Uomo perfetto”, che “ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con mente d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo”. “Nessun uomo ha mai parlato come parla costui”, con autorità, con libertà e dolcezza, indicando le vie dell’amore, della giustizia, della sincerità.
  • La pratica di pastorale Kerygmatica, infine, chiede di rinnovare il modo di narrare; in modo particolare la sintassi cioè il modo di far dialogare l’annuncio e le diverse persone e situazioni umane attraverso la pedagogia del narrare e raccontare organizzata secondo cinque passaggi: la coscientizzazione della propria matrice culturale, l’analisi del rapporto tra la propria dimensione culturale e il proprio vissuto, l’approfondimento critico di tale vissuto, il confronto con le fonti della fede cristiana, la rielaborazione anche linguistica della propria fede.

Indice

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Primo annuncio…in sintesi

L. Meddi, Il Primo Annuncio. Questione di narrazioni e racconti, Elledici, Torino 2019

Si è diffusa l’idea che il problema della Nuova Evangelizzazione (NE) sia solo la modalità di presentare il messaggio cristiano. Un uso affrettato e non riflesso dell’espressione Primo Annuncio genera l’attuale situazione di semplificazione missionaria di tutto il processo di Evangelizzazione-azione.

L’Evangelizzazione della Chiesa inizia quando essa riconosce che il primo e vero evangelizzatore è Dio. L’Evangelizzazione è simile alla sceneggiatura di un film. Il copione descrive le parole degli attori, ma soprattutto descrive lo sviluppo di una storia: personaggi, azioni, sentimenti, passaggi, svolte.

 

Se la rivelazione prima di essere una proprietà della Chiesa è una azione che Dio suscita in diverse culture, allora bisogna avere il coraggio di affermare che l’importanza e la funzione principale della rivelazione scritta (la Bibbia), di cui la Chiesa è custode ed ermeneuta, sia il ruolo ri-capitolativo e non sostitutivo… Con la conseguenza che il Primo Annuncio avrà il compito di ripensare la presentazione del Mistero Pasquale in modo che includa il ministero messianico di Gesù e le altre manifestazioni dell’agire dello Spirito nel mondo. L’esperienza pastorale e la teologia del XX secolo fanno emergere nuove narrazioni, cioè interpretazioni fondamentali del Kerygma utili per la Evangelizzazione

L’Evangelizzazione è la descrizione dell’insieme del processo: la sceneggiatura, il racconto o narrazione. Il suo compito è dare senso all’insieme. Il Primo Annuncio proprio per questo è fondamentalmente interpretazione fondamentale della fede in Gesù di Nazaret, cioè del Kerygma. Kerygma è sostantivo plurale.

La narrazione cristiana sembra essere in crisi profonda, è anch’essa uno dei grandi racconti che non interessano più gli uomini del nostro mondo occidentale. La crisi dell’annuncio è esplosa nel XIX secolo, un tempo molto difficile per la Chiesa caratterizzato dalla progressiva separazione tra religione e cultura. Il grande racconto della fede che sembra essere in crisi riguarda il senso della Morte e Risurrezione di Gesù! È necessaria una nuova narrazione del Mistero Pasquale?

L’esperienza pastorale e la teologia del XX secolo fanno emergere nuove narrazioni, cioè interpretazioni fondamentali del Kerygma utili per la Evangelizzazione.

La narrazione messianica; la narrazione spirituale; la narrazione psico-Spirituale; la narrazione secolare e a-religiosa

La pratica di pastorale Kerygmatica chiede di rinnovare il modo di narrare; in modo particolare la sintassi cioè il modo di far dialogare l’annuncio e le diverse persone e situazioni umane attraverso la pedagogia del narrare e raccontare.

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Già in libreria!

L. Meddi, Il Primo Annuncio. Questione di narrazioni e racconti, Elledici, Torino 2019

Il testo  offre al lettore una presentazione sintetica ma esauriente di un problema pastorale e catechistico oggi molto discusso: quello del Primo Annuncio (PA). Il volumetto si sviluppa in sette capitoli, a partire dalla considerazione critica dell’attuale azione evangelizzatrice sviluppata in Italia (cap. 1). Al miglioramento di quanto si opera pastoralmente sul piano dell’annuncio giova un richiamo al fondamento teologico dell’attività evangelizzatrice della Chiesa (cap. 2) e l’esplicitazione dei termini in gioco nel processo evangelizzatore (evangelizzazione, kerygma e PA, cap. 3). Sul fondamento di queste basi si sviluppa la proposta dell’autore, incentrata sulla categoria di narrazione del Mistero Pasquale (capp. 4-6); categoria che può trovare esplicitazione attraverso diversi filoni, da valorizzare in funzione dei diversi referenti del PA.

Un uso affrettato e non riflesso dell’espressione Primo Annuncio genera l’attuale situazione di semplificazione missionaria di tutto il processo di Evangelizzazione-azione. L’Evangelizzazione infatti è compito ecclesiale che si realizza e porta il suo frutto rispettando tutte le sue dimensioni: testimonianza, dialogo culturale, condivisione dello sviluppo umano… Soprattutto che essa, l’Evangelizzazione della Chiesa, segue e non precede quella di Dio-Trinità.

Introduzione
1. Tornare ad evangelizzare. Un rinnovato impegno
Il recupero della Evangelizzazione
Dalla Chiesa del Vangelo alla Chiesa delle verità
Quali annunci circolano in Italia?
Per approfondire
2. Dio evangelizza tutto il giorno
Le evangelizzazioni trinitarie
Evangelizzare è il desiderio di Dio.
Evangelizzazione come Rivelazione
L’uomo, unico uditore che desidera e interpreta l’annuncio
Per approfondire
3. Evangelizzazione, Kerygma e primo annuncio
Evangelizzazione, Kerygma e Primo annuncio
Kerygma questione difficile
Tornare al Gesù storico: necessità, possibilità e rischi
Evangelizzazione come inculturazione
Per approfondire
4. Narrare e raccontare. Per una pastorale Kerygmatica
Praticare l’Evangelizzazione
Narrazione e racconto: il senso della vita nella biografia di ciascuno
Far tornare la scrittura per illuminare la vita quotidiana
La sintassi Kerygmatica
Per approfondire
5. La narrazione cristiana al tempo della fine dei grandi racconti
La crisi del cristianesimo come progressiva incomprensione culturale
Rivincita di Dio o progressiva non significazione del racconto cristiano?
Narrazione e linguaggio religioso
Per approfondire
6. È necessaria una nuova narrazione del Mistero Pasquale
Morto per i nostri peccati. Fine di un primato narrativo
Conseguenze pastorali e qualità della missione
Il mistero della fede tra storia e interpretazione
Liberare la narrazione redentiva
Per approfondire
7. Nuove narrazioni della proposta cristiana
Tu sei mio figlio. La narrazione messianica
La narrazione
Conseguenze pastorali e qualità della missione
Ricevete lo Spirito Santo. La narrazione spirituale
La narrazione
Conseguenze pastorali e qualità della missione
Effonderò il mio Spirito su ogni creatura. La narrazione psico-Spirituale
La narrazione
Conseguenze pastorali e qualità della missione
L’uomo perfetto. La narrazione secolare e a-religiosa
La narrazione
Conseguenze pastorali e qualità della missione
Per approfondire
Bilancio finale

 

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