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Catechisti missionari. Verso quale direzione?

Giovedi 20 aprile 2023
ore 8.30

Giornata di studio
Catechisti missionari: per una catechesi
in un mondo plurale
Verso quale direzione?

Pontificia
Università Urbaniana
Aula Magna “Benedetto XVI”

Via Urbano VIII, 16

È possibile partecipare in presenza oppure on-line
attraverso la piattaforma Zoom
https://us02web.zoom.us/j/81473221628?pwd=MzFIdFBlTXJ
xb3NSWkw1Z1Bwd3dNdz09
ID riunione: 814 7322 1628
Passcode: 536546

 

8.30 • SALUTI
Prof. Leonardo Sileo
Rettore Magnifico della Pontificia Università Urbaniana
Prof.ssa Angela Maria Lupo
Pro-Preside dell’ISCSM
Moderatore
Prof. Flavio Placida
Docente di Catechetica – ISCSM
9.00-10.30 • RELAZIONI
Il catechista nel processo dell’evangelizzazione
S.E. Rev.ma Mons. Rino Fisichella
Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione
Catechesi missionaria: compito e compiti.
Riflessione fondamentale
Prof. Luciano Meddi
Ordinario di Catechesi missionaria – Facoltà di Missiologia
11.00-12.30 • COMUNICAZIONI
L’importanza della formazione spirituale
dei catechisti e la prassi del discernimento.
Per una lettura evangelica dei “segni dei tempi”
Prof.ssa Caterina Ciriello
Docente di Teologia spirituale e Storia della spiritualità – ISCSM
Formazione, missione e prospettive
dei catechisti in contesto
Presentazione a cura di 4 studenti dell’ISCSM
Sintesi conclusiva
Prof.ssa Yolanda Valero Cardenas
Docente di Catechetica – ISCSM
12.30-13.00 • DIBATTITO E CONCLUSIONI

Essere catechisti, servizio stabile nella Chiesa

L. Meddi, Essere catechisti, servizio stabile nella Chiesa, in Antiquum Ministerium, Elledici, Torino 2021

Un segno di stima, di riconoscenza, di perdono; un invito alla qualificazione, alla collaborazione nella corresponsabilità, a sentirsi parte della Chiesa; una promessa per un maggiore aiuto da parte dei Vescovi e dei presbiteri e tante altri orizzonti ci trasmette questo significativo documento di Papa Francesco dedicato alla ministerialità dei catechisti\e laici\che. Antiquum ministerium (10 maggio 2021 = AM) è un testo importante per il futuro della evangelizzazione della Chiesa. Esso va compreso con il precedente Spiritus Domini (10 gennaio 2021) sull’aggiornamento della ministerialità nella comunità cristiana. Due documenti con cui viene recuperata la parità di genere e (quasi) recuperata la parità di ruolo nella Chiesa. Era molto atteso, questo motu proprio! […]

Da oggi il catechista sarà visto come un dono inviato alla Chiesa perché il loro riconoscimento ministeriale ha solide fondamenta: lo riconosce il NT, l’intera storia della evangelizzazione, il costante interesse di Papi e Vescovi (AM, nn. 1.2.4). […]

Speriamo dunque che il documento riconoscendo anche liturgicamente i catechisti e le catechiste come ministerialità istituita ponga fine al frequente spooling degli operatori pastorali nel cambio di guida delle comunità, creando una continua depauperazione missionaria. Le comunità ne acquistano in stabilità di progettazione e realizzazione della necessaria testimonianza. Una stabilità anche in riferimento alle numerose spiritualità, annunci e pratiche formative che ora giustamente sono invitate a ricondursi decisamente nel compito del Vescovo, catechista originario nella propria Diocesi.

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Il catechista missionario

L. Meddi, Il catechista missionario, non solo un supplente nel campo dell’evangelizzazione

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – In occasione della pubblicazione del Motu Proprio “Antiquum ministerium” (=AM) con cui Papa Francesco istituisce il ministero dei catechisti, l’Agenzia Fides ha chiesto al Prof. D. Luciano Meddi, Ordinario di Catechesi Missionaria alla Pontificia Università Urbaniana, di tratteggiare la figura del catechista con particolare riguardo al suo servizio ecclesiale nei territori di missione.

“Il Motu Proprio “Antiquum ministerium” riconosce la dignità e l’importanza di questa figura per la missione della Chiesa. Ma riconosce anche la specifica figura del catechista-missionario. Questo riconoscimento è un momento importante per il cammino missionario, perché fa del catechista un vero agente missionario e non solo un supplente.


Al 31 dicembre 2019 il numero dei catechisti ha raggiunto quota 3.074.034 (Annuario Statistico della Chiesa). È un segnale molto positivo per la missione, perché si conclude un lungo cammino. La Maximum illud (1919) di Benedetto XV, che pure aveva riconosciuto l’importante ruolo delle religiose, riteneva che «riguardo alla spiegazione della dottrina cristiana, il diligente Missionario non l’affidi ai catechisti, ma la tenga per sé come una mansione tutta sua propria, anzi come il principale dei suoi obblighi». Sarà invece Ad gentes a riconoscerli come veri e propri costruttori di Chiesa. Il Decreto missionario li definisce «schiera degna di lode, tanto benemerita dell’opera missionaria tra le genti… Essi, animati da spirito apostolico e facendo grandi sacrifici, danno un contributo singolare e insostituibile alla propagazione della fede e della chiesa» (AG 17).
Molti recenti interventi ecclesiali avevano richiesto questo riconoscimento negli ultimi decenni. Ultima la richiesta di «nuovi cammini per la ministerialità ecclesiale» fatta dalla Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per la regione Pan-Amazzonica (6-27 ottobre 2019). Questo non solo per la crisi numerica dei sacerdoti, ma come manifestazione del principio battesimale che fonda la corresponsabilità di tutti i credenti nel compito dell’annuncio e della edificazione della Chiesa. Così infatti insegna Lumen gentium al n. 35 (cf. anche AA 2). D’altra parte Papa Francesco ha affermato più volte che «ciascuno di noi è una missione nel mondo».
Questo riconoscimento di stabilità di figure laicali nelle diverse comunità è un potenziamento missionario delle comunità stesse. Il Papa fa del catechista un agente. Anzi, riconosce che già lo è di fatto; la missione infatti è realizzata dai catechisti: «l’intera storia dell’evangelizzazione di questi due millenni mostra con grande evidenza quanto sia stata efficace la missione dei catechisti» (AM, n. 3).
Il documento, infatti, conosce bene le dimensioni missionarie del catechista.
I catechisti delle missioni sono donne e uomini apprezzati per la loro testimonianza nella comunità. Sono spesso riconosciuti come veri e propri responsabili e animatori di comunità. «I Padri conciliari hanno ribadito più volte quanto sia necessario per la “plantatio Ecclesiae” e lo sviluppo della comunità cristiana il coinvolgimento diretto dei fedeli laici nelle varie forme in cui può esprimersi il loro carisma» (AM, n. 4). E ancora: «anche ai nostri giorni, tanti catechisti capaci e tenaci sono a capo di comunità in diverse regioni e svolgono una missione insostituibile nella trasmissione e nell’approfondimento della fede». Dalle periferie della Chiesa viene infatti il modello delle piccole comunità missionarie inserite nella vita quotidiana. In esse «il Catechista è nello stesso tempo testimone della fede, maestro e mistagogo, accompagnatore e pedagogo che istruisce a nome della Chiesa» (AM, n. 6).
Ai catechisti il documento affida sia il compito di evangelizzazione e primo annuncio, sia di accompagnatore della risposta di fede, sia la testimonianza per la trasformazione della società attraverso la «penetrazione dei valori cristiani nel mondo sociale, politico ed economico» (EG, n.102). In molti contesti missionari, nei villaggi e nelle enormi e marginalizzate periferie delle grandi capitali dei diversi sud del mondo, i catechisti come animatori di comunità fanno umanizzazione, azione sociale, guarigione, evangelizzazione, formazione dei cristiani, guidano la preghiera e presiedono al battesimo, ai matrimoni e accompagnano i lutti delle loro comunità.
Il catechista missionario spesso offre la sua testimonianza in contesti di minoranza cristiana. Per questo vivono in prima persona la necessità dell’adattamento, del dialogo interreligioso, della difesa pubblica o della testimonianza silenziosa del Vangelo. Lo possono fare perché si affidano allo Spirito che li ha generati alla missione; infatti «lo Spirito chiama anche oggi uomini e donne perché si mettano in cammino per andare incontro ai tanti che attendono di conoscere la bellezza, la bontà e la verità della fede cristiana» (AM, n. 5).
Ma il Papa sa che i catechisti missionari troppo spesso sono martiri in un secolo di martiri: «la lunga schiera di beati, santi e martiri catechisti …costituisce una feconda sorgente non solo per la catechesi, ma per l’intera storia della spiritualità cristiana» (AM, n. 3). Solo pochi giorni fa, il 23 aprile, abbiamo celebrato la beatificazione dei martiri di Quiché: 3 sacerdoti missionari e 7 laici, “fedeli testimoni di Dio”. Ma la lista è tragicamente lunga.
Il compito della evangelizzazione viene ora rinforzato con questo riconoscimento del catechista come ministero istituito (stabile) nelle comunità. Nella difficoltà in cui si trova il ministero ordinato dei sacerdoti, la figura del catechista potrà quindi rappresentare la stabilità missionaria nel variare delle diverse situazioni”.
(SL) (Agenzia Fides 11/5/2021)

cf. il testo del Motu Proprio in http://www.vatican.va/content/francesco/it/events/event.dir.html/content/vaticanevents/it/2021/5/11/motuproprio-antiquum-ministerium.html



Catechesi per e nella vita dei ragazzi

Catechesi per e nella vita dei ragazzi. Approccio formativo. Intervento di don Luciano Meddi al Convegno catechistico di Livorno, sabato 11 marzo 2017.

«Quali potrebbero essere le vie per una catechesi dei ragazzi che finalmente si “sganci” dalla sacramentalizzazione e diventi catechesi per la vita

Nella riflessione, nei documenti ecclesiali e nelle migliori esperienze catechistiche si individuano alcune innovazioni per una autentica iniziazione dei ragazzi: una nuova narrazione della fede che permetta una comunicazione significativa; un autentico accompagnamento o cammino di fede per far fare esperienza della vita cristiana, un coinvolgimento adeguato dei genitori e dell’intera comunità perchè la catechesi si realizzi in modo integrato con tutta la pastorale; una relazione educativa in empatia sia con i catechisti che tra i ragazzi; la costruzione di un vero luogo di apprendimento e di pratica comunitario.

Nel mio intervento sottolineo soprattutto che il cuore del tema è attivare la motivazione dei ragazzi stessi perch questa permette una vera trasformazione\ abilitazione e l’interiorizzazione-integrazione della proposta cristiana.per realizzare questo obiettivo sarà utile impostare la relazione educativa sul cammino di apprendimento della persona più che sul compito e attività del catechista. Una relazione educativa che sviluppi le dimensioni interiori dei ragazzi: il loro campo percettivo, emotivo, sociale, evolutivo, spirituale.

Slides

Riferimenti 

  1. S. Giusti, 0-19. La via della bellezza. Una proposta per l’Iniziazione Cristiana delle nuove generazioni, Paoline, Roma 2003.
  2. S. Giusti, Sentieri di pastorale giovanile. Generare giovani cristiani nella cultura del desiderio, Pharus Editore Librario, Livorno 2016.
  3. Conferenza Episcopale Toscana , L’iniziazione cristiana in Toscana. Come annunciare Cristo risorto alle nuove generazioni e quale percorso di risposta al dono della fede, proporgli? Documento degli Uffici Catechistici Diocesani., Edizioni Cooperativa Firenze 2000, Firenze 30 gennaio 2013.
  4. Meddi, Catechesi. Proposta e formazione della vita cristiana, EMP, Padova 2004, cc. 5.9.
  5. Meddi, Il cammino di fede. Riorganizzare la catechesi parrocchiale, Elledici, Torino 2016, cc. 4-5.

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