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Predicazione e catechesi

Predicazione e catechesi. Il compito della catechesi nella comunicazione della fede oggi, in «Asprenas» 66 (2019) 3, 27-38

Se ripercorriamo la storia della Chiesa scopriamo che la missione nelle sue diverse forme si è sempre realizzata attraverso due momenti importanti. Una qualche forma di annuncio e una formazione successiva al battesimo. Le diversità hanno riguardato le modalità e le finalità di tali azioni. A volte l’annuncio precedeva il battesimo a volte lo seguiva. Proprio per questo si cominciò a utilizzare l’espressione predicazione. L’espressione indicava sia il contenuto che la metodologia. La predicazione presentava in modo ordinario le verità della fede e le norme morali.

Cosa succede quando una persona scopre dentro di sé la presenza di Dio o rimane coinvolta dalle parole di un testimone della fede? Questo è il senso del presente intervento. Equivoci pastorali e tradizioni tarde a innovarsi portano a pensare che il servizio alla Parola di Dio consista solamente in un atto comunicativo.

Con il rischio continuo, già narrato dalla parabola del Seminatore (Mc 4), che il seme del Vangelo, pur trasmesso e ascoltato, rimanga bloccato dalle condizioni di colui che ascolta. Se uniamo quella parabola con la giovannea allegoria della vite e dei tralci (e ad altre parole di Gesù tramandate dai Sinottici), allora scopriamo inoltre che comunicare il servizio alla rivelazione-fede include il formare e accompagnare la risposta

1. Una missione con molte parole
2. La natura teologica e antropologica del duplice servizio. Spunti dalla storia recente .
3. I problemi della comunicazione della fede oggi
4. Il compito della catechesi
5. I compiti della catechesi.

Los resultados del Sínodo de los Jóvenes

L. Meddi, Los resultados del Sínodo de los Jóvenes, en «Catequetica», 60 (2019) 2, 74-82

¿Por qué este Sínodo? ¿Qué importancia tiene para el futuro de la Iglesia? ¿Cómo entender sus palabras clave (jóvenes, fe, vocación, discernimiento, acompañamiento)? ¿Cuáles son las tareas que corresponden al cuidado pastoral de los jóvenes y qué instancia eclesial que se encarga de ello? ¿El Sínodo ha confirmado o modificado las recientes estrategias de la Iglesia sobre este tema?

 

Buscar resultados del Sínodo con los jóvenes es, sobre todo, una actividad hermenéutica como justamente han señalado los obispos del Círculo Menor de lengua inglesa 3 (7). Es una investigación hermenéutica porque los diferentes sujetos y protagonistas han utilizado y utilizarán palabras y expresiones desde la visión que nace de la interpretación personal y de las exigencias propias de las iglesias locales.

Buscar es una actividad hermenéutica porque supone afrontar diversos niveles de investigación sobre los materiales (fuentes) del Sínodo entendido más como un evento que como un texto final aprobado por la autoridad de la Iglesia. Investigar los resultados significa, por tanto, interpretar el proceso que se ha vivido: las palabras iniciales, las omitidas, las trabajadas y las subrayadas, y las que se han ido introduciendo progresivamente. Y especialmente de qué manera se han utilizado para expresar determinados significados.

El cruce entre las dos lecturas (evolución de los inicios; utilización de las palabras clave) nos lleva a la conclusión de que probablemente el verdadero interés esté en la formación ministerial y de especial consagración, visto con un cuadro teológico vinculado a la nueva evangelización, la práctica misionera que excluye la aportación significativa de la cultura y de las ciencias humanas

Los resultados del Sínodo de los Jóvenes
I risultati del sinodo dei giovani

Il compito missionario della famiglia nella iniziazione cristiana dei ragazzi. Un modello

Il compito missionario della famiglia nella iniziazione cristiana dei ragazzi. Un modello.


Intervento al congresso della Equipe Européene de Catéchèse: La famille entre éducation chrétienne et proposition de la foi, Madrid 31 maggio-5 giugno 2017.

Anche in Italia come nei paesi di tradizione cristiana e di «cultura occidentale» i processi iniziatici e di socializzazione sono modificati da alcuni fenomeni sociali[1]. Non si sviluppano più in modo intergenerazionale, ma a livello del gruppo dei pari, per cui la trasmissione dei valori marginalizza la famiglia e spesso non avviene o avviene in modalità differenti. La trasmissione dei valori è segnata dalla nuova condizione antropologica di soggettività, libertà e apprendimento per sperimentazione. Modalità che relativizzano il modello tradizionale, centrato sull’autorità di chi trasmette, e accentua la selezione e l’acquisizione orizzontale degli stessi[2].

Tutto questo sfida il tradizionale modello di socializzazione e iniziazione religiosa che la Chiesa ha sperimentato da tempo. Tuttavia «sfidare» non significa necessariamente impedire o annullare ma piuttosto innovare nella continuità. In questo caso significa permanere nella impostazione iniziatica che prolunga la offerta formativa reinterpretando i sacramenti in prospettiva missionaria più che liturgica. D’altra parte Giovanni Paolo II ci ha insegnato a seguire le strade dell’uomo per svolgere la missione propria della Chiesa.

La mia proposta (e riflessione) riconosce la validità dei progetti e documenti catechistici che richiamano con insistenza il compito missionario in precedenza contestato e negato. Ma non si limita a indicare il compito nella prospettiva di socializzazione quasi solo come sostegno al lavoro che farà successivamente la catechesi ufficiale della parrocchia. Sarebbe una nuova stagione di formalismo religioso. La mia proposta persegue l’obiettivo di rendere gli adulti competenti nella responsabilità della trasmissione della fede in un contesto di espressione di libertà della religione-fede.

 

download compito della famiglia nella IC
download la tache missionnaire de la famille
download la tarea misionera de la familia

 

[1] M. Diana, Le nuove iniziazioni sociali, in Aa.Vv., Iniziazione cristiana per i nativi digitali. Orientamenti socio-pedagogici e catechistici, Paoline, Milano 2012, 39-61. Cf. Crisi delle strutture di iniziazione, in «Concilium», 15 (1979) 2.
[2] L. Meddi, Apprendere nella Chiesa oggi: verso nuove scelte di qualità, in Associazione Italiana dei Catecheti (AICa) – P. Zuppa (a cura di), Apprendere nella comunità cristiana. Come dare “ecclesialità” alla catechesi oggi?, Elledici, Torino 2012, 95-131.

 

segni dei, nei e per i tempi

L. Meddi, La pratica dei segni dei\per i tempi, cuore della pastorale missionaria?, in «Catechesi», 86 (2017) 2, 15-32.

Il XX secolo ha operato una grande revisione della teologia pastorale che è passata da una prospettiva di cristianità centrata sui compiti del pastore per la amministrazione della Grazia, ad una prospettiva missionaria centrata sulla responsabilità dell’intero popolo di Dio verso il Vangelo e la animazione cristiana della società.

Queste reinterpretazioni, tuttavia, portavano con sé diverse problematiche forse non previste. Gli autori hanno facilmente dato definizioni dei nuovi compiti della teologia pastorale, ma sono rimasti incerti di fronte al cuore epistemologico della disciplina: come avviene il giudizio o discernimento pastorale? Quando una azione pastorale è missionaria?

Il tema della criteriologia pastorale e del suo fondamento si collega, in modo davvero imprevisto, con la ricerca del ruolo missionario della teologia dei segni dei tempi (=SdT). È, questa, una ricerca “carsica” nel senso che appare e scompare nella riflessione e nei documenti della Chiesa, e nelle riflessioni teologiche. L’espressione ricorre spesso nei diversi anniversari del Vaticano II ed oggi appare nuovamente come una categoria decisiva. Ma dopo tanti studi (soprattutto di area linguistica spagnola) essa sembra rimanere una espressione ambigua. Segno, forse, della ambiguità interpretativa che si porta dentro.

 

Indice

  1. Necessità di una rinnovata criteriologia pastorale
  2. Segni dei tempi nella riforma missionaria del Vaticano II. Sottolineature
    L’ingresso della espressione nella riflessione magisteriale.
    La progressiva interazione tra i testi conciliari
  3. Le vicissitudini e l’impoverimento della formula
  4. Segni dei tempi, segni nei tempi, segni per i tempi.
    Una nuova narrazione per la pastorale missionaria
    Segni dei tempi come processo pastorale
    SdT per l’analisi dei bisogni salvifici.
    SdT per il riconoscimento dei soggetti e strumenti salvifici.
    SdT per la mediazione salvifica.
    SdT per il riordino delle azioni pastorali.
    SdT nella ridefinizione epistemologica di pastorale.

 

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